L'episodio vergognoso
Chi è Greta Beccaglia, la giornalista molestata in diretta dopo Fiorentina-Empoli

Gravissimo episodio quello che si è verificato ai danni di Greta Beccaglia all’esterno dello stadio Castellani di Empoli. La giornalista stava facendo una diretta per Toscana Tv alla fine della partita, finita 2 a 1 per i padroni di casa contro la Fiorentina, quando un tifoso le ha palpeggiato il fondoschiena. Una molestia vergognosa avvenuta in diretta. La giornalista ha provato a reagire nonostante fosse in collegamento: “Scusami, non puoi fare questo”, ha detto senza perdere la calma. “Non prendertela”, le parole del conduttore della trasmissione che anche stanno scatenando polemiche.
La Nazione scrive che le molestie non sono state solo quelle riprese dalle telecamere: a fine diretta un altro individuo si sarebbe avvicinato alla giornalista e avrebbe provato a toccarla più volte nelle parti intime. Il soggetto si sarebbe allontanato dopo l’intervento del cameraman. “Mai visto nulla di simile”, il commento di quest’ultimo.
Beccaglia ha 27 anni e lavora per Toscana Tv. Conduttrice radiofonica e televisiva, vicepresidente dell’Associazione Sandro Pecci. Ha raccontato quello che è successo nelle storie Instagram sul suo profilo. “Mi hanno anche detto che quelle molestie le ho subite perché ero troppo provocante, pantaloni troppo attillati. Nel 2021 mi hanno detto così. Bella roba, eh? A parte il fatto che avevo un jeans e un giubbotto, ma mi dà fastidio anche specificarlo”, ha detto in un’intervista a La Repubblica. “Ero sconvolta. Sono andata a fare interviste per Espn sotto la curva del Boca Juniors, a Buenos Aires. La Bombonera è uno stadio infuocato, tutti lo sanno, ma non mi è successo nulla del genere. Ieri, invece, ho avuto veramente paura. Anche perché quella manata non è stata l’unica molestia“. Ha detto che sporgerà denuncia e che al momento non vorrebbe tornare a fare servizi sotto le curve.
L’episodio è stato condannato dall’Ordine dei giornalisti della Toscana che ha espresso “piena solidarietà alla giornalista Greta Beccaglia che è stata subito contattata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, Giampaolo Marchini” e quindi aggiunto che “chi era in studio, invece di condannare il gesto e il molestatore, ha invitato la collega a ‘non prendersela’. Verso di lei non è stata sentita nessuna parola di solidarietà da parte del conduttore“. L’Ordine continua quindi ribadendo che “è giunto il momento di smetterla di minimizzare e ricorda che la violenza contro le donne è prima di tutto un problema culturale e sociale”.
Condanna anche da parte dell’Associazione Stampa Toscana e del Gruppo toscano Giornalisti Sportivi-Ussi. “È intollerabile – ha detto presidente dell’Ast, Sandro Bennucci – che episodi di molestia sessista accadano attorno ad un evento sportivo nei confronti di chi sta facendo il proprio lavoro, proprio all’indomani della giornata in cui tutti hanno espresso il proprio impegno contro la violenza sulle donne. Della vicenda è stata investita la Commissione pari opportunità della Fnsi. Rivolgo anche un appello perché le aziende editoriali, e gli stessi conduttori delle trasmissioni, garantiscano, nell’ambito dell’organizzazione del lavoro, la massima sicurezza degli operatori dell’informazione, ed in particolare delle colleghe, nei servizi in prima linea, dove simili atti potrebbero sciaguratamente ripetersi”.
Giorgio Micheletti, conduttore della trasmissione Toscana Tv, ha così ribadito alle critiche, come riporta Il Corriere della Sera: “Il nostro errore è stato prima di tutto organizzativo, non avremmo dovuto lasciare la nostra giornalista da sola in mezzo a una folla di ‘esseri’ con un quoziente intellettivo sotto lo zero – ha detto – Il mio intento, quando l’ho invitata a non prendersela, era quello di alleggerire per aiutare la poca esperienza che ha Greta nel gestire una situazione difficile come quella che ha dovuto affrontare. Ho pensato prima a lei lavorativamente parlando, perché aveva la pressione psicologica di dover gestire una diretta, ho provato a tranquillizzarla, non volevo minimizzare l’accaduto, ma evitare che potesse accaderle qualcosa di peggio”.
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