Il padre del "Realismo Terminale"
Chi è Guido Oldani, il poeta italiano candidato al Premio Nobel per la letteratura

Il padre del “Realismo Terminale” Guido Oldani è stato proposto al Premio Nobel per la Letteratura 2021. E questo perché il movimento letterario e artistico, nato dal manifesto scritto da Oldani, è “una tendenza letteraria di portata planetaria, aperta alle più varie forme espressive (arti visive e plastiche, musica, teatro, danza), che ambisce ad essere la rappresentazione critica e ironica della civiltà globalizzata degli anni Duemila, interpretando e descrivendo quegli aspetti del divenire storico-sociale che maggiormente caratterizzano il nostro tempo, tanto da poter essere additati come i suoi esiti più tipici e rappresentativi” per i firmatari della candidatura.
La candidatura è stata sottoscritta, insieme all’editore Fiorenza Mursia, da intellettuali di tutto il mondo: gli italianisti Giuseppe Langella, Caterina Verbaro, Daniele Maria Pegorari, Daniela Carmosino, la presidente della fondazione di poesia ‘Il Fiore’ Giuseppina Caramella, l’artista svedese Françoise Ribeyrolles-Marcus, i poeti cinesi Jidi Majia e Gao Xing, il russo Gennadij Šlapunov, presidente della Fondazione per il dialogo eurasiatico tra culture e civiltà, lo statunitense Major Jackson e il sudafricano Zolani Mkiva.
I sottoscriventi spiegano ancora come il cosiddetto “Realismo terminale” sia nato “nella mente di Oldani, dall’osservazione di alcuni fatti macroscopici che si stanno verificando su scala mondiale e delle trasformazioni antropologiche che stanno generando, quasi in contemporanea, un po’ dappertutto, nell’Occidente più avanzato come nei Paesi in via di sviluppo”.
Il manifesto è stato pubblicato da Mursia (pagg. 54, 5 euro). Oldani è stato insignito già nel 2019 dal premio alla carriera International Poetry Award 1573 come primo autore italiano. Il poeta fu il primo nel 2010 a parlare di pandemie abitative e della “frattura del terzo millennio”. Oldani è nato nel 1947 a Melegnano. Ha pubblicato sulle principali riviste letterarie del secondo Novecento. Tra le sue raccolte Stilnostro (Cens 1985), Sapone (2001), La betoniera (LietoColle 2005). Ha curato l’Annuario di Poesia (Crocetti) e dirige la Collana Argani per Mursia. Ha pubblicato Il Realismo Terminale nel 2010, nel 2018 La guancia sull’asfalto e nel 2021 Dopo l’Occidente. Lettera al Realismo Terminale.
“La mia poetica esprime la natura attraverso i prodotti artificiali e cioè: un gabbiano assomiglia a un aeroplano e non viceversa come avremmo detto nel millennio precedente – ha detto Oldani ad AdnKronos – Che cosa penso di questa candidatura? La percepisco come un grande segno di affetto e di stima. Spero che questa vicenda solleciti una maggiore possibilità di conoscenza ed un rimescolamento delle carte da gioco della cultura. Questa è tutto spettacolo ma in definitiva immobile. Penso che questo evento in corso possa fare da elettroshock alla narcosi di troppa poesia italiana e internazionale. In definitiva spero di poter, io e voi, parlare meglio”.
Un passaggio del suo manifesto: “Si va verso l’accatastamento di popoli e oggetti nelle metropoli. La natura è stata messa ai margini, inghiottita o addomesticata. È il trionfo della vita artificiale. Gli oggetti ci avvolgono come una camicia di forza perché diventati indispensabili: senza di loro ci sentiremmo persi, tanto da portarci a farne incetta in maniera compulsiva. Da servi che gli oggetti erano, si sono trasformati nei nostri padroni; la loro invasione ha contribuito a generare dei mutamenti antropologici di portata epocale, alterando pesantemente le modalità di percezione del mondo, in quanto ogni nostra esperienza ormai passa attraverso gli oggetti. Sono cambiati i nostri codici di riferimento, i parametri per la conoscenza del reale. In passato la pietra di paragone era, di norma, la natura, ora, invece, i modelli sono gli oggetti. In questo contesto è la natura che si modella sempre di più sui prodotti, ne deriva un nuovo linguaggio che, attraverso la similitudine rovesciata, descrive la natura rispetto all’oggetto termine di paragone”.
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