Giornalista, scrittore e attivista per le battaglie sui diritti umani e civili, con particolare attenzione al tema della disabilità, da oggi Iacopo Melio è stato ufficialmente eletto come consigliere regionale in Toscana. Con 11.233 preferenze si proclama così campione di voti a Firenze vincendo un’altra delle sue lotte. Iacopo è fondatore della onlus Vorrei prendere il treno e vanta al collo l’importante medaglia di  Cavaliere al Merito della Repubblica consegnata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel dicembre del 2018. A soli 28 anni, è riuscito ad ottenere un posto in politica superando di poche centinaia di voti la vicesindaca del capoluogo Cristina Giachi e l’assessore al welfare Andrea Vannucci, fermo a 8mila. Candidato come capolista del PD nel collegio Firenze 1, nel trionfo del nuovo Presidente della Toscana Eugenio Giani c’è quindi anche il suo volto.

In queste elezioni regionali 2020, la Regione Toscana è stata una delle più monitorate per un testa a testa molto combattuto tra i candidati. In particolare, la leghista Susanna Ceccardi ha dovuto lottare fino all’ultimo per riuscire a strappare il bollino di “Regione Rossa”, ma il suo sforzo si è rivelato invano. Per Eugenio Giani, infatti, si sono spesi molti volti della politica di altri partiti di sinistra e centrosinistra come, ad esempio, il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Lo stesso è accaduto a Iacopo Melio, la cui candidatura è stata appoggiata dallo stesso ex Presidente della Toscana Enrico Rossi e da altri esponenti politici come Elly Schlein, David Sassoli e addirittura il filmaker di Barack Obama con video e appelli. Meglio di Iacopo ha fatto solo Leonardo Marras, capogruppo uscente del Pd, che a Grosseto ha preso 18mila preferenze. L’unica differenza tra lui e gli altri candidati, però, è che Iacopo è costretto su una carrozzina e il suo unico modo per poter vincere è stato quello di lanciare una campagna elettorale online. E ce l’ha fatta. L’emergenza coronavirus ha posto un freno alla sua scesa in piazza o ai comizi a contatto con i cittadini, per motivi di prevenzione e salute. Ma lui non si è arreso e la sua voce è arrivata lo stesso.

LA STORIA –  Nato nell’Aprile del 1992 in un paesino di campagna vicino Firenze, Iacopo Melio è un attivista famoso per le sue lotte sociali, con particolare attenzione nei confronti dei disabili battendosi per i diritti di tutti. La sue campagne sociali, veicolate in maniera virale anche grazie alla sua fondazione, sono così arrivate a centrare anche la politica, che da oggi potrà contare e vantare un militante a difesa dei diritti dei disabili e dei più deboli. Al liceo ha cominciato a scrivere aprendo un blog personale, che oggi si è tramutato in un sito diventato punto di riferimento per tanti. Come si legge nella sua biografia, “si nutre di musica, sogni e poesia”. Amante dell’arte e di ogni forma di espressione, vede la comunicazione come strumento sociale per dare voce a chi ha subito discriminazioni o “violenza del non ascolto” schierandosi dalla parte della libertà di pensiero.

In queste settimane di propaganda, Iacopo si è autodefinito “idealmente progressista, pacifista e liberal-socialista”, con la sfida di garantire alla regione Toscana un’amministrazione attenta ai diritti di tutti. Ma in particolar modo, si è speso molto nel contrastare l’avanzata leghista. L’intento non soltanto è riuscito, ma il successo ottenuto è stato condiviso anche da tanti italiani che hanno creduto in lui. “In tanti, da tutta Italia, mi avete chiesto in questi anni di rappresentare un “cambiamento” – scrive Iacopo sulla sua pagina Facebook –  per il bene del mio territorio, per le persone che lo vivono e per la Politica tutta, dando un segnale che scuotesse i cuori e le teste di chi aspetta di ritrovare l’entusiasmo perduto. Quel segnale è arrivato stanotte, con una gentilezza prepotente, facendosi spazio a testa alta. È arrivato con una forma di amore incondizionato, il vostro, che nemmeno pensavo potesse esistere così. A voi il terzo immenso GRAZIE, perché siete la seconda famiglia che non ho scelto ma che ci siamo costruiti”.

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