Il fondatore di Fratelli d'Italia a Palazzo Madama
Chi è Ignazio La Russa, il nuovo Presidente del Senato fondatore di Fratelli d’Italia
Ignazio La Russa si è piazzato subito come il favorito: come il più quotato a ricoprire la carica di Presidente del Senato, la seconda carica dello Stato nella nuova legislatura ai nastri di partenza. La Russa è un avvocato penalista, siciliano, volto noto della destra italiana di cui ha attraversato cinquant’anni di storia. Dal 2018 è vicepresidente del Senato. È nato nel 1947 a Paternò, nella città metropolitana di Catania. Ignazio Benito Maria La Russa, figlio di Antonino: segretario del Partito Nazionale Fascista di Paternò e senatore del Movimento Sociale Italiano. È sposato, ha tre figli: Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache, due nipotine di nome Agnese e Anita. È tifosissimo dell’Inter, appassionato dei libri di fantascienza e di cani. Se i pronostici e le trattative di questi giorni si esaudiranno dovrebbe essere nominato dalla senatrice a vita Liliana Segre.
L’avvocato penalista si è laureato a Pavia in Giurisprudenza, dopo il collegio a San Gallo nella Svizzera tedesca, è stato nominato nel 1971 responsabile del ramo giovanile del Movimento Sociale Italiano, il Fronte della Gioventù. È stato eletto consigliere regionale in Lombardia nel 1985 e deputato nel 1994. Dal 1994 è diventato vicepresidente della Camera. È entrato in Alleanza Nazionale nella nuova formazione creata da Gianfranco Fini dopo la svolta di Fiuggi. Ha ricoperto il ruolo di presidente dei deputati, di coordinatore nazionale e di vicepresidente vicario.
È stato ministro della Difesa del governo guidato da Silvio Berlusconi nel 2008 e coordinatore nazionale del nascente Popolo della Libertà (2009, insieme a S. Bondi e D. Verdini), nel 2010 ha fondato “La nostra destra”, movimento interno al PDL costituitosi in difesa dei valori classici della destra italiana. Era stato quest’ultimo forse solo il trailer della nuova avventura che avrebbe intrapreso con Giorgia Meloni e Guido Crosetto: con i quali ha fondato nel 2012 il partito Fratelli d’Italia. Con il nuovo partito è stato eletto alla Camera alle elezioni politiche del 2013 e al Senato alle politiche del 2018 e alle ultime dello scorso 25 settembre.
Ha difeso, nella sua carriera di avvocato penalista, le parti civili nel processo per l’omicidio di Sergio Ramelli, studente milanese di 19 anni morto a oltre un mese e mezzo dall’aggressione di un gruppo di estremisti di sinistra a Milano, nel 1975. La sinistra lo ha bersagliato per le sue battaglie pro crocifisso in classe e contro le adozioni gay. Il Corriere della Sera qualche anno fa aveva pubblicato un video che lo ritraeva in casa con la sua collezione di busti del duce del fascismo, Benito Mussolini. “I conti col passato li facemmo già a Fiuggi. A noi fanno sempre le analisi del sangue. In FdI non c’è spazio per i nostalgici”, aveva ribattuto lui.
In campagna elettorale era esploso inoltre il caso di Romano La Russa, fratello di Ignazio e assessore in Lombardia, che in occasione dei funerali del cognato ed esponente di destra Alberto Stabilini, aveva partecipato al rito del ‘presente’ con il saluto romano. “Al di là delle giuste giustificazioni, è stato un errore grave – aveva detto a Telelombardia il fratello – Giorgia Meloni non l’ho sentita al telefono, ci siamo scritti. Anche lei è basita come me. Sono incazzato sia per la storia, sia per l’esagerazione e il modo assolutamente abnorme con cui viene trattato un saluto a un defunto che ha chiesto quel saluto e capisco una persona buona come mio fratello che, pur sbagliando, era di fronte a una scelta: faccio come ha detto mio cognato e fratello oppure faccio un mezzo saluto”. La mozione di censura che chiedeva la revoca della nomina di assessore regionale, a firma Partito Democratico, ad ogni modo è stata respinta e Romano La Russa è rimasto assessore alla Sicurezza in Lombardia.
Da ricordare sicuramente anche la parte che l’ex ministro e papabile prossima seconda carica dello Stato ha ricoperto nella scena iniziale del film del regista Marco Bellocchio, il capolavoro del 1972 Sbatti il mostro in prima pagina, in cui La Russa arringa la folla in un comizio a Milano: “Questa manifestazione vuole dimostrare che è possibile battere il comunismo, che è possibile battere i nemici dell’Italia. E che insieme lo faremo”.
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