Dopo aver affrontato il Covid insieme la cantante gli ha dedicato il brano di Sanremo
Chi è il marito di Orietta Berti, Osvaldo Paterlini a cui è dedicata la canzone “Quando ti sei innamorato”

Per Orietta Berti è la dodicesima volta che sale sul palco di Sanremo e lo fa con una canzone che sembra catapultata dagli anni ’60 dal titolo “Quando ti sei innamorato”. “La senti e già lo sai che brucia dentro/Come una fiamma ormai ti lascia il segno/ Quando mi guardi tu so quello che vorrei”. Una bella storia d’amore e sentimento come non se ne sentivano da un po’. Il brano è una vera e propria dedica d’amore al marito, Osvaldo Paterlini. Orietta Berti aveva già dedicato a Osvaldo la canzone “Tu sei quello”.
“Quest’anno non verrà con me al Festival, ma penserò a lui ogni minuto. La canzone è molto difficile da cantare, in alcuni punti sembra estratta da un’opera sinfonica. Racconta un incontro che diventa passione, una passione che dura tutta la vita come è successo a noi”, ha detto la cantante in un’intervista a SkyTg24.
La loro storia d’amore va avanti da moltissimi anni. Sono praticamente inseparabili. Lo sono stati anche nella disavventura del Covid. Lo hanno infatti contratto insieme e ne sono usciti anche se lui ha riportato sintomi importanti. Inseparabili anche nel lavoro. Osvaldo è infatti fa il manager, l’autista, il consigliere e produttore di sua moglie.
Osvaldo e Orietta si sono conosciuti negli anni ’60 e sono convolati a nozze il 14 marzo 1967. La scintilla che ha fatto divampare l’amore, è stato un gesto semplice: aveva preparato con le sue mani un caffè al cioccolato. Come si dice, lo ha preso per la gola. La coppia inoltre ha avuto due figli maschi, Omar, classe 1975, e Otis, classe 1980. In famiglia di fatto si chiamano tutti con la “O” come iniziale. Se avessero una nipotina vorrebbero che si chiamasse Ortensia.
Berti, chiamata ’Usignolo di Cavirago’ è una dei veterani della canzone italiana e con ben 53 album all’attivo ha deciso di rimettersi in gioco e partecipare alla gara dei Big di Sanremo 2020.
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