Joe Biden compie oggi 78 anni. Se a gennaio giurerà da Presidente – come dovrebbe succedere, nonostante le denunce di brogli senza alcuna prova – diventerà il più anziano Presidente degli Stati Uniti d’America. Lo scorso 20 agosto aveva accettato la nomination alla Casa Bianca nell’ultima sera della convention del Partito Democratico. La nomination aveva ufficializzato la sua candidatura ufficiale. Ha sfidato e battuto il presidente in carica Donald Trump. Un’occasione che Biden coltivava da 33 anni. Oltre tre decenni durante i quali ha costruito la sua immagine di moderato, esperto dei meccanismi della Casa Bianca – è stato vicepresidente di Barack Obama per otto anni – capace di dialogare con i repubblicani. “È il miglior vicepresidente che gli USA abbiano mai avuto”, aveva detto di lui Obama.
Joseph “Joe” Biden nasce in Pennsylvania il 20 novembre 1942. La sua è una famiglia cattolica di origini irlandesi. Studia legge e alla futura moglie Neila Hunter confessa di ambire a diventare senatore entro i 30 anni e poi presidente degli Stati Uniti. Riesce, nel 1972, a superare Caleb Boggs per uno dei due seggi del Delaware. Non ha ancora 30 anni. La gioia però dura poco: il 18 dicembre, in strada per comprare i regali di natale, l’auto con a bordo la moglie e i loro tre figli viene travolta da un camion. Muoiono Neila e Naomi, la figlia di un anno. Biden pensa di abbandonare il seggio per assistere i figli sopravvissuti Beau e Hunter, ma i colleghi riescono a persuaderlo a continuare.
Nel 1974 Time Magazine lo inserisce tra i 200 volti per il futuro. Nel 1977 si sposa con Jill Tracy Jacobs. I due hanno una figlia, Ashley, nel 1981. Accumula intanto esperienza, si specializza in materie di interesse internazionale e nel 1987 tenta per la prima volta la corsa alla Casa Bianca, ma si ritira subito dalle primarie democratiche. Fino al 1995 è presidente del comitato sulla Giustizia. Si oppone all’intervento americano nella prima Guerra del Golfo ma a favore delle operazioni Nato in Bosnia-Erzegovina, nella Repubblica Federale di Jugoslavia, in Afghanistan nel 2001 e in Iraq nel 2002. Tenta di nuovo la corsa per la presidenza nel 2008 ma si arrende a Barack Obama, del quale però diventerà vicepresidente – per otto anni, entrambi i mandati – e amico. Nel 2015 un’altra tragedia colpisce la sua vita: il figlio Beau muore a causa di un tumore al cervello. Nel 2016 Obama gli conferisce la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile degli USA.
Lo scandalo Ucrainagate non ferma la sua intenzione di tornare a candidarsi. Il programma di Biden per le presidenziali 2020 verte soprattutto su tre temi: l’aumento del salario minimo a 15 dollari, il blocco della compressione dei diritti sindacali e della contrattazione collettiva, la creazione di 10 milioni di posti di lavoro nell’economia sostenibile. Dopo una partenza incerta, si prende la scena delle primarie con la vittoria in South Carolina e poi con il Super Tuesday del 3 marzo 2020. Per la vicepresidenza ha scelto la senatrice Kamala Harris. Alle presidenziali dello scorso 3 novembre – caratterizzate da una grande affluenza e da un massivo voto postale – ha ottenuto, secondo le “chiamate” dei media, 306 Grandi Elettori contro i 232 di Trump. Sono necessari per la vittoria 270.