Imprenditore, politico, ma soprattutto grande sostenitore di Vladimir Putin. Il magnate russo Konstantin Malofeev è stato incluso nella lista delle sanzioni imposte da Ue, Stati Uniti e Canada nel 2014, perché coinvolto nell’annessione russa della Crimea, mentre l’Ucraina lo ha accusato di sostenere alcuni gruppi paramilitari filorussi illegali.

In passato avrebbe finanziato i movimenti di ultradestra in Europa, come il partito di Jean Marie Le Pen. Ma il nome di Malofeev è legato anche a quello del leader della lega Matteo Salvini, come rivelato da un’inchiesta condivisa da alcune testate europee, tra cui l’Espresso, lo scorso 24 marzo.

Chi è Konstantin Malofeev 

Conosciuto come ‘l’oligarca ortodosso’ per la sua religiosità e anche come ‘l’oligarca di Dio’ per aver finanziato movimenti religiosi ultra-tradizionalisti, Konstantin Valerjevich Malofeev, classe 1974, è presidente del consiglio di amministrazione del gruppo mediatico Tsargrad– dedicato a diffondere messaggi religiosi del cristianesimo ortodosso russo, in linea con le politiche del Cremlino- nonché direttore dell’organizzazione non governativa russa per lo sviluppo dell’educazione storica chiamata ‘Aquila Bicipite’. Inoltre è anche il fondatore del fondo di investimento internazionale Marshall Capital Partners, che gli ha fatto accumulare, nei primi anni Duemila, un patrimonio da 2 miliardi di dollari. Sposato con Irina Mikhailovna Vilter, avvocato, ha tre figli: Kirill (1995), Natalia (1999) e Tatiana (2011).

L’inchiesta

Secondo alcuni documenti, resi noti da diverse testate come New Lines e in Italia da L’Espresso, Malofeev, uno degli uomini più ricchi di Russia, avrebbe cercato un nuovo tramite per avvicinarsi al leader del Carroccio Matteo Salvini dopo il caso ‘Savoini-Metropol’. Questa documentazione è costituita soprattutto da email- datate tra il 2013 e il 2019- che si sono scambiate politici e portaborse dei partiti di quella che viene definita la ‘nuova destra europea.’ Ossia un fronte sovranista internazionale, con la Lega e altri partiti nazionalisti xenofobi di Germania, Olanda, Austria e altri Paesi Ue, che cercavano appoggi con gli oligarchi fedeli a Putin. A fare da mediatore lui, Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini, al centro di un’indagine della Procura di Milano nel 2019, accusato di aver cercato di procurare finanziamenti russi al partito attraverso la compravendita di un certo quantitativo di gasolio.

Ma, una volta uscito di scena Savoini, Malofeev avrebbe incontrato segretamente il leader della Lega a Mosca

L’incontro

L’incontro di Savoini all’hotel Metropol di Mosca, avvenuto nell’ottobre del 2018 e a cui è presente anche un ex manager di Malofeev, viene rivelato dai giornalisti dell’Espresso. Savoini ha poi continuato a fare da tramite tra l’oligarca,  il partito di Putin e i politici europei di estrema destra, almeno fino al 2019. I seguito i tentativi per mettersi in contatto con Salvini da parte del magnate sarebbero andati avanti.

Lo scorso novembre, durante la visita di lavoro di Matteo a Mosca, il mio capo ha organizzato con lui un incontro privato, affittando una stanza allo stesso piano dell’hotel Lotte per evitare che la stampa occidentale se ne accorgesse” scrive Mikhail Yakushev in un documento che si è inviato via mail il 18 giugno 2019. Yakushev è il direttore di Tsargrad, la società presieduta da Malofeev e il riferimento è a Matteo Salvini. Secondo quanto riportato da New Lines, in questo documento Yakushev si era anche detto preoccupato che ‘la situazione fosse drasticamente peggiorata’: “Non possiamo continuare ad avere contatti con Matteo”. Sempre secondo il documento, il contatto tra Salvini e Tsargrad era stato proprio Gianluca Savoini, che però aveva ‘perso il libero accesso al suo capo’.

Dopo la denuncia sulle trattative segrete della Lega a Mosca, Yakushev afferma che Savoini era ‘sotto l’occhio vigile dei servizi segreti’, ma lui aveva riflettuto su come mettersi in contatto con Salvini, a cui si riferiva sempre con il nome di battesimo, ‘in modo che possa contare su una persona affidabile per contattarci’ con la quale ‘possiamo comunicare in Russia o ovunque in Europa.’

I finanziamenti all’estrema destra 

I collegamenti tra il magnate e l’estrema destra sono noti e risalgono a diverso tempo fa. Secondo Kalev Stoicescu, ricercatore di affari russi presso l’International Center for Defense Studies di Tallinn, in Estonia, Malofeev “ha organizzato gli incontri dell’estrema destra europea. Ha mediato un prestito di 11 milioni di euro (12 milioni di dollari) dalle banche russe al partito di Marine Le Pen”. Stoicescu ha inoltre descritto Malofeev come un ‘oligarca, un agente del Cremlino e un fanatico’ che sarebbe anche ‘più ortodosso del patriarca della Chiesa ortodossa russa’.

In un’intervista a Repubblica, risalente al 6 settembre 2019, Malofeev aveva negato la negoziazione con Savoini al Metropol- ma aveva ammesso di conoscerlo e di incontrarlo nelle sue visite a Mosca- e aveva descritto Matteo Salvini come ‘il futuro leader italiano’, aggiungendo: “È l’unico che mantiene le promesse. Ha carisma, è diretto e ama l’Italia. È un vero e proprio ‘tribuno del popolo’. Sono orgoglioso di conoscerlo“. Mentre di Putin aveva detto: “E’ stato un dono di Dio”.

Redazione

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