Laura Marzadori è il primo violino della Scala dallo stile piuttosto inedito per il primo e principale teatro lirico del mondo. “All’inizio non è stato capito”, ha detto in un’intervista a Il Corriere della Sera. Arriva a Sanremo per duettare nella serata delle cover – quella di questa sera, la quarta – con Lazza ed Emma in una cover di La Fine di Nesli. Personalità forte, grande talento, credente, si racconta a tutto tondo tramite i social e non esita a dire la sua, anche politicamente.

Bolognese, 34 anni, 120mila follower sulla pagina Instagram, un lato da influencer che alla Scala non hanno colto subito. “Nomi non ne farò, ma parliamo di critiche fini a sé stesse. Ci sono mondi aperti; altri in cui raccontarsi è ancora ingiustificabile, volgare. Ma negli ultimi tempi è cambiato molto. In altre orchestre europee ci sono già giovani con profili vivaci. C’è una fetta di pubblico che va a vedere i Berliner anche per quello…”, ha detto nell’intervista a Il Corriere della Sera.

Si è diplomata con menzione speciale al Conservatorio G. B. Martini di Bologna, ha seguito i corsi di Salvatore Accardo all’Accademia Stauffer di Cremona e all’Accademia Musicale Chigiana di Siena, dove per due anni è stata premiata con il Diploma d’Onore. Si è aggiudicata la 27esima edizione del Premio “Città di Vittorio Veneto” nel 2005 e nel 2014 all’età di 25 anni ha vinto il concorso internazionale di primo violino di spalla dell’orchestra del Teatro alla Scala con giudizio unanime della commissione presieduta da Daniel Barenboim. “Un genio”, lo definisce.

Marzadori ha dato vita a un trio con le sorelle Sara e Irene, il trio Sorelle Marzadori. Non è neofita della televisione. È stata ospite nel 2021 di Stefano Bollani nel programma televisivo Via dei Matti n°0. Fosse stato per lei non avrebbe mai negato al direttore russo Valery Gergiev, amico personale del Presidente russo Vladimir Putin, di dirigere a La Scala dopo l’esplosione della guerra in Ucraina. “Quest’anno hanno escluso tanti ragazzi russi dai concorsi: assurdo. Per altro è tutto molto border line: anche altre nazioni hanno fatto guerre, ma i loro artisti non sono stati estromessi. La musica deve unire”.

Ha scritto anche un libro, L’altra metà delle note, edito da Harper Collins, un romanzo che parla anche di disturbi alimentari. “Avevo 16 anni, dopo la vittoria dei primi importanti concorsi mi trovai improvvisamente a suonare e viaggiare. Ma a quell’età il giudizio degli altri ha un peso diverso. Ero dimagrita tantissimo, c’erano giorni in cui mangiavo solo una mela. Pensavo di controllare tutto in modo maniacale. Invece ho cominciato a stare male”. Ha raccontato di esserne uscita dopo tempo, dopo essere andata in un centro.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.