Maria Elisabetta Alberti Casellati è il nome sul quale punterà il centrodestra alla quinta votazione per le elezioni del 13esimo Presidente della Repubblica. Il via libera con ufficialità, dopo le indiscrezioni da ieri sera in circolo e dei giorni scorsi, dopo il vertice del centrodestra di stamattina. Da ieri il quorum si è abbassato dai due terzi dell’Assemblea alla maggioranza a 505. Si voterà anche oggi pomeriggio, come definito dalla riunione dei capigruppo di Camera e Senato, e domani in doppia seduta: alle 9:30 e alle 16:30.
“Sono contenta che si sia arrivati alla decisione di andare in aula con un candidato proposto dalla nostra metà campo ma parliamo della seconda carica dello Stato, una donna, presidente del Senato ed è un’apertura verso gli altri, una candidatura meno politicizzata e più istituzionale”, le parole della leader di FdI Giorgia Meloni al termine del vertice. “Vediamo come andrà alla prima votazione se non dovesse esserci un risultato vincente oggi pomeriggio continueremo con Elisabetta Alberti Casellati … A buon intenditor poche parole: i grandi lettori di Forza Italia voteranno Elisabetta Alberti Casellati”, le parole di Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia, riportate da LaPresse.
Casellati è nata a Rovigo 75 anni fa. Avvocato a Ferrara, matrimonialista con studio a Paola. Già componente del Consiglio Superiore della Magistratura e dal marzo 2018 Presidente del Senato. Dama di Gran Croce di grazia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. È stata tra i fondatori di Forza Italia nel 1994. Subito eletta senatrice. È stata negli anni vicecapogruppo vicario, due volte sottosegretario alla Salute, sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi tra il 2008 e il 2011 nei giorni nello scontro della magistratura per il caso Ruby.
Casellati ha sempre difeso il leader e fondatore di Fi. “Quando Berlusconi ha incontrato Mubarak prima di questo episodio pare sia venuto fuori da alcune testimonianze che proprio nell’incontro Mubarak aveva parlato di questa sua nipote ed era un incontro ufficiale”, le sue parole in un’intervista a La7. Contro i giudici ha manifestato con tutto il Pdl nel marzo del 2013. Quella sua posizione non è mai stata dimenticata dalla sinistra.
Cattolica, europeista, moderata, atlantista, contraria alla legge Cirinnà sulle Unioni Civili. Attenta ai temi dell’ambienti, della violenza sulle donne (favorevole alla castrazione chimica), della parità di salario. Da quando è a Palazzo Madama ha cambiato sette portavoce. È sposata con l’avvocato Gianbattista Casellati. Ha due figli: Ludovica e Alvise.
Il suo nome era circolato già a partire da martedì. La candidatura di Casellati era stata sonoramente bocciata, due giorni fa, sia dal segretario del Partito Democratico Enrico Letta che dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto”, il tweet del dem. Renzi aveva proposto un “contro-blitz” con un altro candidato da votare in aula. Il nome della Presidente del Senato è tornato in ballo ieri sera.
A pochi minuti dall’inizio del voto a Montecitorio, arriva il post di Silvio Berlusconi in appoggio di Casellati: “Il Centrodestra ha trovato l’accordo per il voto di questa mattina, su Elisabetta Casellati che da Presidente del Senato, Seconda Carica dello Stato, diventerebbe Prima Carica dello Stato. Io conosco Elisabetta Casellati da oltre 30 anni e posso garantire sulla sua assoluta adeguatezza a questo eventuale nuovo ruolo super partes. Per tale motivo mi rivolgo ai Parlamentari di tutti gli schieramenti, per chiedere loro di sostenere la Casellati. Dobbiamo assolutamente porre fine all’attuale spettacolo indecoroso che la politica sta dando di sé agli italiani e che l’opinione pubblica non riesce più a capire e a tollerare. Ringrazio di cuore tutti i Parlamentari che daranno seguito a questo mio appello e mi auguro che finalmente il Parlamento possa dare un segnale di responsabilità e di adeguatezza al ruolo che la Costituzione gli assegna. Lo spero davvero”.