Favorevole al Jobs Act e non ostile al Reddito di Cittadinanza
Chi è Marina Calderone, la discussa ministra al lavoro indicata da Giorgia Meloni
Sarda, classe 1965 e fedelissima di Giorgia Meloni (ma anche amica di Luigi Di Maio). La nuova iper discussa ministra del lavoro è Marina Elvira Calderone, già da quasi due decenni presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro. Nome non certo nuovo nel governo, Calderone era già a Palazzo Chigi durante il governo Conte I, quand’era prossima a diventare presidentessa dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS).
Nata a Bonorva, in provincia di Sassari nel 1965, si è laureata in Economia Aziendale internazionale ed è sposata con Rosario De Luca, che – almeno fino a stamattina – era anche presidente del CdA della Fondazione studi del Consiglio nazionale consulenti del lavoro e consigliere d’amministrazione dell’Inps. Un ruolo a cui De Luca ha rinunciato per evitare imbarazzi alla moglie che da ministra dovrà vigilare proprio sull’Istituto di previdenza.
Insieme al marito Calderone gestisce Cdl una società tra professionisti, che vanta una rete di collaboratori e opera con sedi a Roma, Cagliari e Reggio Calabria. La neo eletta ministra ha cominciato a far parlare di sé durante il governo di Matteo Renzi, quando lui stesso la scelse come membro del consiglio d’amministrazione di Leonardo. Durante il primo governo Conte il suo nome è tornato in auge proprio perché indicata, e sostenuta anche da Mattero Salvini e da Luigi Di Maio, come possibile candidata. Tuttavia, venne esclusa perché contemporaneamente suo marito divenne consigliere d’amministrazione dell’Istituto e la sua candidatura in qualità di Presidente venne messa in dubbio.
Da sempre vicina agli ambienti di destra, anche se capacissima di intrattenere buoni rapporti con gran parte dei politici con cui si è interfacciata (sembrerebbe abbia legato soprattutto con Luigi Di Maio), ha accompagnato Meloni in diverse attività: era presente anche lo scorso inverno ad Atreju, la manifestazione politica organizzata dai giovani di Fratelli d’Italia.
Per quanto riguarda le politiche inerenti al lavoro, Calderone è fan del Jobs Act e favorevole alla licenziabilità dei dipendenti pubblici. Non ostile al Reddito di cittadinanza ma fortemente contraria al salario minimo per legge, perché, come ha dichiarato in diverse occasioni “aumenterebbe del 20% il costo del lavoro per le imprese, 12 miliardi all’anno”.
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