Il trionfo del super assessore
Chi è Matteo Lepore, il nuovo sindaco di Bologna: “Ha vinto la città più progressista d’Italia”
“Ha vinto la città più progressista d’Itallia”, ha esultato così Matteo Lepore, il candidato sindaco vincente della coalizione di centrosinistra a Bologna, guardando i risultati degli exit poll che già nel pomeriggio lo davano vincitore. Stando alle quinte proiezioni di Consorzio Opinio Italia per Rai, con una copertura del campione al 73%, a Bologna il candidato di centrosinistra, Matteo Lepore, appoggiato sia dal Pd che dal Movimento 5 Stelle, stacca il candidato del centrodestra Fabio Battistini con il 61,4% delle preferenze, Battistini è al 30,4% dei voti. Al 2,2% la candidata di Potere al Popolo Marta Collot.
Un vero trionfo per l’assessore 41enne. “Il voto – ha proseguito – ha premiato la nostra idea di coalizione, la più larga di Italia”, composta infatti dalla lista di Isabella Conti, sindaca di San Lazzaro di Savena e iscritta a Italia Viva di Matteo Renzi, dal Movimento 5 stelle e dalla Coalizione civica. Dimostrazione, secondo il neosindaco, che la sinistra unita ha sempre possibilità di raggiungere risultati positivi. Infatti, dalle città in cui il centrodestra è stato battuto, dovrebbe partire la prossima svolta progressista: “Voglio invitare tutti i sindaci vincitori da queste elezioni a unirsi perché da Bologna, Milano e Napoli e sono convinto, presto, anche da Torino, da Roma e da tutte le città governate dal centrosinistra in Italia partirà la riscossa per le prossime politiche, a livello nazionale”, ha sottolineato Lepore.
Non mancano, però, bordate agli avversari: “In questa consultazione elettorale è mancata completamente la presenza del centrodestra. Battisti a Bologna è stato lasciato completamente da solo perché Matteo Salvini e Giorgia Meloni erano troppo impegnati a farsi guerra tra di loro”. A qualche chilometro di distanza, nella sua stanza nell’hotel Cavour di Bologna, Fabio Battistini processa la sconfitta. Per ora il divario è ampio: il 29,44% contro il 62,25% del suo avversario. Ma si difende dalle parole di Lepore: “Non mi sono sentito isolato, siamo solo arrivati in maniera complicata e tardi” e, commentando, la scarsa affluenza ha detto: “In pochi sono andati a votare, il progetto di Lepore non è stato affatto coinvolgente”.
Adesso si dice pronto per fare opposizione al consiglio comunale perché “questa si costruisce nei cinque anni precedenti alle elezioni e non cinque mesi prima”. Oltre a Bologna, si è votato anche in altre quattro città della provincia (Alto Reno Terme, Castel del Rio, Gaggio Montano, Monghidoro e San Giovanni in Persiceto) e in tutte l’affluenza è stata più bassa rispetto alle tornate precedenti. Il capoluogo emiliano si è distinto però, a livello nazionale, perché è stata l’unica città in cui si è superato il 50%. Nel 2016, comunque, si era recato alle urne quasi il 60% degli elettori.
Lepore, assessore con Virginio Merola a cultura, turismo e sport, con ulteriori varie deleghe a periferie, immaginazione civica e rapporti con l’Università, centra l’obiettivo di una vittoria piena al primo turno. Nato nel periferico quartiere Sàvena, ha frequentato il più tradizionale liceo classico della città, il Galvani, dove ha iniziato a fare politica, alternandola alla pratica del basket da figlio di un allenatore nella città dove questo sport appassiona quanto il calcio. Padre di due bambini piccoli, Irma e Orlando, corona oggi un sogno inseguito fin da ragazzo: “studia da sindaco” è la definizione che lo accompagna dai suoi primi passi a Palazzo d’Accursio.
“A 17 anni studiavo Omero, ammiravo Ulisse, ero rappresentante di classe – si narra ancora – e mi candidavo per la prima volta nel mio quartiere a Savena. A 22 studiavo Scienze Politiche, leggevo Calvino e volevo una società migliore. A 25 studiavo Scienze Diplomatiche, vivevo a Bruxelles, parlando inglese e francese e sognavo di viaggiare per il mondo. Oggi, che ho 41 anni, ascolto ancora i Radiohead e sono felice di avere scelto di tornare nella mia città. Mi impegno ogni giorno affinché la nòstar Bulàgna sia all’altezza delle aspettative dei ragazzi e delle ragazze che la scelgono da ogni parte d’Italia e d’Europa, all’altezza delle donne e degli uomini che quotidianamente la fanno vivere di solidarietà e lavoro”.
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