Il nome di Narges Mohammadi – che ha iniziato da mesi uno sciopero della fame – e risuona prepotentemente al carnevale di Viareggio dove è arrivato l’ennesimo appello per la sua liberazione. La donna è stata arrestata 13 volte dal regime iraniano e condannata in totale a 31 anni di carcere. Attualmente si trova proprio in prigione. Mohammadi, infatti, è tra i volti principali della lotta per i diritti umani, oltre ad aver partecipato alle proteste dello scorso anno scoppiate nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini.
L’appello al carnevale di Viareggio
Il carnevale torna ad animare, anche quest’anno, Viareggio e abbraccia la Toscana delle donne, l’iniziativa voluta dalla Regione sotto l’egida di Cristina Manetti, capo di gabinetto del governatore Eugenio Giani. L’edizione 2024 delle sfilate dei carri si aprirà il 3 febbraio e si prolungherà fino a fine mese con 6 corsi mascherati e tantissime iniziative. Fra queste anche un appello, al fianco di Oxfam, per la liberazione di Narges Mohammadi, premio nobel per la pace prigioniera da maggio 2016 del regime iraniano.
Il 13 febbraio, martedì grasso, sul lungomare di Viareggio sarà presente un tavolo per sottoscrivere l’appello in favore di Mohammadi, da oggi sottoscrivibile anche online sul sito istituzionale della Regione. “Abbiamo lanciato questo appello lo scorso novembre, durante la seconda edizione della Toscana delle donne- ricorda Cristina Manetti- nella convinzione che la libertà di ogni donna è la libertà di tutte, la violenza verso una di loro colpisce ciascuna, ovunque essa si trovi. Ci auguriamo che l’occasione del Carnevale di Viareggio veicoli nel modo più ampio possibile il nostro messaggio e la nostra battaglia”.
Il premio Nobel ancora una volta in Iran
Donne, vita, libertà. Il premio Nobel per la Pace 2023 va a Narges Mohammadi, attivista iraniana, “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti”.
Mohammadi, infatti, è tra i volti principali della lotta per i diritti umani, oltre ad aver partecipato alle proteste dello scorso anno scoppiate nel Paese dopo la morte di Mahsa Amini. Proprio il motto usato come slogan per le proteste degli ultimi mesi, secondo l’Accademia reale svedese, si presta bene all’impegno dell’attivista. Donna, perché si è battuta per le donne contro la sistematica oppressione e discriminazione. Vita, perché sostiene la lotta per il diritto di vivere pienamente e dignitosamente. Libertà, perché combatte per la libertà di espressione e il diritto di indipendenza.
La vita di Narges Mohammadi: la lotta per i diritti delle donne in Iran
Nata nel 1972 a Zanjan capoluogo dell’omonima provincia a Nord dell’Iran, Narges Mohammadi è attivista sin dai tempi in cui studiava Fisica all’università, anni in cui ha fondato il gruppo degli “Studenti illuminati”. Già a partire dagli Anni ’90 entrava ed usciva dalle prigioni, per aver sostenuto la campagna elettorale del riformista Mohammad Khatami, eletto presidente nel 1997 e nel 2001 grazie al voto delle donne e dei giovani, illusi di poter ottenere riforme e diritti.
Quello contro l’hijab obbligatorio per le donne, tra i cardini principali su cui si fonda la Repubblica islamica, è da sempre il suo cavallo di battaglia e l’ha esposta alla repressione del regime. Ma nonostante i rischi, Narges non ha mai scelto di lasciare l’Iran come invece ha fatto Masih Alinejad, giornalista esule negli Usa, che qualcuno ha considerato come contendente per lo stesso premio.
E’ già vice-presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani un’organizzazione non governativa guidata da Shirin Ebadi, di cui Narges è considerata l’erede. Ebadi avvocatessa e pacifista iraniana, è stata la prima musulmana a ottenere il premio Nobel per la pace nel 2003. Vive a Londra, in esilio, dal 2009.