L’Arma dei Carabinieri ha sospeso, con effetto immediato, Oreste Liporace: il generale è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, accusato di essere stato corrotto dall’imprenditore laziale Ennio De Vellis. L’indagine è condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano e dal pm milanese Paolo Storari.

Il brindisi col Dom Perignon

L’accusa infatti è di corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700mila euro per servizi di pulizia della caserma affidato, fino al 2021, all’impresa Fabbro, rappresentata dai fratelli Massimiliano e William. Un affare al quale brindavano col Dom Perignon. Sarebbe stato De Vellis in cambio di fatture per 165mila euro ad attivarsi per far inserire i Fabbro nell’albo d’oro delle società autorizzate a lavorare per la presidenza del consiglio dei ministri. Delle cinque ditte che partecipavano al bando: quattro, spiega chi indaga, sono lì per pura rappresentanza.

Chi è Oreste Liporace

Liporace, attualmente agli arresti domiciliari come De Vellis, è stato comandante reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri di Velletri fino al 2021 e in seguito direttore presso l’Istituto Alti Studi della Difesa. Ha avuto anche una brevissima parentesi come comandante della polizia locale di Roma. Lo aveva scelto nell’ottobre 2013 l’allora sindaco Ignazio Marino, ma era durato pochissimo, rimosso perché non aveva alle spalle 5 anni di dirigenza in una pubblica amministrazione. Come specificato dall’ordinanza del gip Domenico Santoro, il generale sarebbe stato corrotto con 22mila euro per l’affitto fittizio di un appartamento di proprietà della sorella di Liporace, noleggi auto, biglietti per lo Stadio Olimpico di Roma e per il Teatro alla Scala di Milano. Non solo, come riporta il Messaggero, nel bonus “anche un biglietto con degli articoli di Luis Vuitton da comprare»” così come spiegato Massimiliano Fabbro in sede di interrogatorio davanti ai pm di Milano.

Gli appalti in Vaticano

È indagato, stando a quanto si apprende, anche Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’inchiesta su Liporace riguarda anche un presunto traffico di influenze illecite per “appalti all’interno del Vaticano”, dove i due fratelli avrebbero cercato di infiltrarsi senza successo.

Redazione

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