Suor Anna Donelli è finita tra le 25 persone arrestate nell’ambito di un’indagine condotta dalla procura di Brescia su un presunto gruppo criminale legato alla ’ndrangheta. Secondo gli inquirenti, la religiosa avrebbe sfruttato il suo ruolo spirituale per fungere da tramite tra un clan e i detenuti, facilitando il passaggio di ordini, istruzioni e informazioni strategiche. Gli investigatori sostengono che fosse a disposizione dell’organizzazione per mantenere i contatti con i membri incarcerati, contribuendo così al funzionamento del sodalizio. L’organizzazione criminale al centro dell’inchiesta sarebbe coinvolta in estorsioni, traffico di armi e droga, ricettazione, usura, reati fiscali e riciclaggio di denaro. Inoltre, agli arrestati è stato contestato anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Tra gli elementi emersi durante le indagini figura una conversazione intercettata in carcere, in cui uno degli arrestati descrive la suora come “uno dei nostri” e aggiunge: “Se ti serve qualcosa dentro, chiedi a lei”. Episodio che secondo gli investigatori, confermerebbe il ruolo della religiosa come figura chiave nelle dinamiche dell’organizzazione.

Chi è Suor Anna Donelli

Suor Anna Donelli 57 anni, originaria di Cremona e residente a Milano, è membro dell’Istituto delle Suore di Carità. Da molti anni prestava servizio presso il carcere di San Vittore e, in passato, ha svolto attività di volontariato anche presso il carcere di Brescia. Secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe stata proprio questa sua vicinanza ai detenuti a renderla, apparentemente in modo insospettabile, un punto di collegamento tra gli affiliati del clan. Della sua vita ha parlato al sito vocidalponte.it. di un’infanzia e un’adolescenza difficili. Nata in un contesto di rifiuto si sforzava di proteggere la sorella gemella e un’altra sorella, pur essendo molto timida e profondamente insicura. Durante la pre-adolescenza e l’adolescenza ha raccontato di essersi sentita spesso priva di valore, trovando la forza di andare avanti insieme alla gemella.

Suor Anna Donelli, la vocazione, la perdita della gemella, il calcio e il soprannome “Collina”

All’età di 21 anni, ha intrapreso il percorso per diventare suora sorprendendosi del fatto che qualcuno avesse scelto proprio lei, che si considerava “un nulla graziato”. «Ho sentito la vocazione verso i 17 anni, quando speravo di fare la missionaria, anche se ancora pensavo ai ragazzi», ha raccontato. A 34 anni, nel 2001, ha vissuto una tragedia devastante: la perdita della gemella, che aveva da poco formato una famiglia con tre figli piccolissimi, di appena un mese e mezzo, due anni e mezzo, e tre anni e mezzo.

La sorella è rimasta vittima di un incidente causato da un camionista che, stringendola in una strada a senso unico, ha trascinato la sua auto. La donna era riuscita a salvare i figli, non sopravvivendo però alle ferite riportate nonostante una strenua lotta tra la vita e la morte. Dal 2010 dedica parte del suo tempo a frequentare il carcere e, come suora, ha vissuto a tempo pieno nelle periferie di Pavia, Roma e Milano. Era soprannominata “Collina” per il suo ruolo di arbitro durante le partite di calcetto nelle ore d’aria dei detenuti.

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