Libero attacca il ddl Zan e riesce ancora una volta nell’intento di attirare l’attenzione. E con in pagina una fotografia del cantante Vergo, partecipante dell’ultima edizione del talent show X Factor e l’esplicativa didascalia: “Un partecipante a Milano Pride 2021”. In sei città italiane è sfilato infatti ieri il Gay Pride. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha dichiarato: “Da qui la spinta finale per la legge Zan”. Il tutto mentre il dibattito entra nel vivo: in settimana altra bufera sul tema per la nota del Vaticano che ha sollevato perplessità sul disegno di legge contro la discriminazione e la violenza “per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.

Vergo è il nome d’arte di Giuseppe Piscitello. Ha 29 anni ed è nato a Palermo. Si è trasferito a Milano per inseguire il sogno di diventare cantante. Per mantenersi ha lavorato da portinaio. Quando staccava dal turno diventava producer. È entrato nell’ultima edizione del talent show di Sky X Factor con quattro sì dei giudici con il suo inedito Bomba. “Hai il senso di una canzone pop, che funziona e che arriva”, il commento del giudice e popstar britannica Mika. Vergo si muove tra reggaeton, trap ed Rnb. Il suo primo singolo pubblicato dopo l’esperienza a X Factor è stato Altrove con la sua FLUIDOSTUDIO. Non ha mai nascosto la sua solidarietà e vicinanza alle tematiche LGBTQ+.

Vergo quindi si è esibito al Milano Pride. Abbastanza per attirarsi visibilità sul quotidiano alla cui guida da maggio scorso è arrivato l’ex direttore del Giornale Alessandro Sallusti. “Vorreste in cattedra questi signori?”, il titolo in prima pagina. “Con Zan uno così può finire in cattedra”, il titolo all’interno con articolo di Giovanni Sallusti. Il riferimento al look particolarmente eccentrico del cantante – che strano un cantante con un look eccentrico nel 2021.

Libero comunque si è indignato, ripugnato. Si tranquillizza intanto: a quanto risulta Vergo non pare abbia intenzione di fare l’insegnante della sua vita. Le sue idee pare siano invece piuttosto chiare. E se pure dovesse cambiare idea sulla sua carriera, questo non rientrerebbe nelle prerogative del Ddl Zan.

I detrattori del disegno di legge insistono in particolare proprio sulla Giornata Nazionale contro l’Omofobia da celebrare anche nelle scuole: “La Repubblica riconosce il giorno 17 maggio quale Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”. L’articolo 7 è stato puntualmente strumentalizzato come l’intenzione di voler propagandare o inculcare la famigerata “ideologia gender” anche ai più piccoli e ai più giovani.

L’articolo 4 dei 10 del Ddl si esprime invece sulla libertà di pensiero ed espressione: “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Il disegno è passato alla Camera nel novembre 2020. Al Senato è impasse, secondo i sostenitori del Ddl bloccato dal Presidente della Commissione Giustizia della Lega Andrea Ostellari.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.