Romano, avvocato specializzato in diritto amministrativo
Chi era Alessandro Parini, il 35enne italiano ucciso nell’attentato a Tel Aviv: “Era appena arrivato”

Alessandro Parini era arrivato soltanto ieri a Tel Aviv, in Israele, dove in serata è stato ucciso, travolto da un’automobile sul lungomare. Aveva 35 anni, era un avvocato specializzato di diritto amministrativo, romano. Altri due italiani sono rimasti feriti in modo non grave nell’attentato che è stato rivendicato dal gruppo radicale Jihad Islamica.
A confermare l’identità della vittima è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo che la notizia della morte di un italiano era già stata battute dai media locali. “Profondo dolore e cordoglio per la morte di un nostro connazionale, Alessandro Parini, nell’attentato terroristico avvenuto in serata a Tel Aviv. Vicinanza alla famiglia della vittima, ai feriti e solidarietà allo Stato di Israele per il vile attentato che lo ha colpito”, ha scritto su Twitter la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Parini lavorava presso lo studio Police&Partners, ai Parioli. Si era diplomato al liceo Massimo e si era laureato nel 2011 alla Luiss Guido Carli di Roma con una tesi sugli accordi di diritto amministrativo nella fase di riscossione dei tributi. Era socio dell’Associazione Giovani Amministrativisti. Nel 2019 aveva conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Tor Vergata con una tesi su “Concorrenza e appalti pubblici: tra libertà d’impresa e sostegno alle PMI”. Dal 2014 era abilitato all’esercizio della professione di avvocato e l’anno scorso aveva superato l’esame per poter patrocinare dinanzi alla Corte di Cassazione e alle altre giurisdizioni superiori. Si occupava di diritto dei contratti pubblici, della concorrenza e delle comunicazioni elettroniche ed era socio dell’Associazione giovani amministrativisti. Il capo dello studio dove il 35enne lavorava lo ha descritto come un professionista, serio e accurato.
“Era partito ieri mattina”, ha arraccontato il padre al quotidiano Il Messaggero. “Stavamo camminando sul lungomare. All’improvviso è apparsa la macchina. Ci siamo mossi immediatamente. E il terrorista è corso verso i nostri amici. È caduto a terra e ha cominciato a sanguinare dalla testa”, hanno raccontato gli amici allo stesso quotidiano. L’attentatore è stato ucciso dalle guardie di sicurezza, arrivava da Kafr Qassim, venticinque chilometri da Tel Aviv, a un paio di distanza dalla Linea Verde. Una volta sceso dall’auto ha preso a sparare con la sua pistola prima di essere eleminato dalla polizia.
L’auto era stata rubata a un arabo israeliano che è stato trovato nella sua abitazione. L’attacco è seguito a giorni di tensioni tra Israele, il Libano e il gruppo radicale Hamas che controlla la Striscia di Gaza. Con bombardamenti reciproci e altre azioni terroristiche. Nei giorni precedenti si erano verificati scontri nella moschea Al Aqsa a Gerusalemme. “Ci congratuliamo con l’operazione di Tel Aviv e affermiamo che si tratta di una risposta legittima ai crimini e agli attacchi dell’occupazione sionista al nostro popolo e ai nostri luoghi santi”, si legge in una nota del gruppo Jihad Islamica. Parini amava i viaggi, quattro anni fa era stato in Giordania.
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