Da qui la scaturigine della “crisi” e della perdita dei valori, l’indifferentismo morale, che viviamo.Non potendo fondarsi su nessuna trascendenza, neppure su quella della ragione, la morale non può che ammettere tutto e il contrario di tutto. Il marxismo sfocia quindi, per Del Noce, in una adesione spinta alla secolarizzazione postcristiana. Che è poi l’esito che oggi vediamo in azione quando ad esempio la sinistra, abbandonata la questione sociale, si rifugia in un dirittismo astratto che fa dell’individuo un atomo alla perenne ricerca di soddisfazioni materiali che il capitale e il mercato globali promettono di procurargli con facilità.

Del Noce combatté aspramente contro il sì ai referendum sul divorzio e sull’aborto, vedendovi una deriva relativistica: lui che aveva simpatizzato da giovane per i comunisti cattolici come Rodano e Tatò, aderì in tarda età a Comunione e Liberazione paventando il pericolo, poi puntualmente realizzatosi, che il vecchio Pci diventasse un Partito radicale di massa. Certo, si può non essere d’accordo sulla metafisica cattolica che sorregge l’impianto del pensiero delnociano. Non si può non ammettere però che egli abbia descritto e previsto l’oggi più e meglio dei tanti sociologi (e anche filosofi) à la page.