Aveva inventato il latte a lunga conservazione e mise sul mercato le prime confezioni in tetrapack
Chi era Calisto Tanzi, il patron di Parmalat: dalla costruzione di un impero al crac e quasi 20 anni di processi

Calisto Tanzi si è spento a 83 anni nella sua casa alle porte di Parma. La sua è stata una vita ricca di glorie con la fondazione della Parmalat, i successi nello sport con gli anni ruggenti del Parma, precipitata dal 2003 con il crac dell’azienda che lui stesso aveva fondato e portato alla ribalta internazionale.
Tanzi è nato a Collecchio, il piccolo paese a due passi da Parma in cui poi ha costruito il suo impero, il 17 novembre 1938. Diplomato in ragioneria, ha interrotto gli studi alla morte del padre per sostituirlo nella direzione di una piccola azienda familiare di salumi e conserve. Cavaliere del lavoro nel 1984, poi fu ‘declassato’ da Napolitano, ha investito nella sua città risorse ingenti per sponsorizzazioni e restauri.
Quando prese in mano la gestione della piccola azienda familiare del nonno aveva 22 anni. In breve tempo la trasformò in una multinazionale con oltre 130 stabilimenti in tutto il mondo. Aveva inventato il latte a lunga conservazione e mise sul mercato le prime confezioni in tetrapack. Poi allargò i suoi interessi prima nel mondo alimentare, con conserve, merendine, yogurt, poi al turismo, alla tv, e perfino al calcio.
Il fondatore della Parmalat acquisì il Parma nel 1990, subito dopo la promozione in Serie A. Grazie agli investimenti di ‘mr Parmalat’, la squadra giallo-blu nel giro di pochi anni si inserì nell’elite del calcio italiano nel periodo delle così dette ‘sette sorelle’. Sotto la gestione di Tanzi, il club ducale conquista 3 Coppe Italia, una Supercoppa italiana e 4 titoli internazionali: una Coppa delle Coppe, 2 Coppe UEFA e una Supercoppa UEFA. Unico trofeo sfuggito, lo Scudetto, sfiorato in più di una occasione. Dopo Milan, Juventus e Inter, il Parma è il quarto club italiano e il sedicesimo europeo nella classifica generale delle competizioni UEFA vinte.
Negli anni Novanta la Borsa, poi le acquisizioni, il ricorso al mercato dei titoli e infine il crac. L’Ansa ha ricapitolato le fasi della storia della Parmalat, che secondo la definizione degli inquirenti, è diventata così “la più grande fabbrica di debiti della storia del capitalismo europeo”. Tutto comincia negli anni del boom economico da una piccola azienda alle porte di Parma. Dall’Australia al Sudafrica, dal Portogallo alla Colombia, dal Canada alla Romania, l’impero di Tanzi cresce vertiginosamente. Nel 1973 il giro d’affari era pari a 20 miliardi di lire, saliti a ben 550 nel 1983.
Negli anni Novanta arriva la quotazione in Borsa che di fatto nascondeva le prime difficoltà industriali e finanziarie. Ma da qui proseguirono le acquisizioni spericolate con un massiccio ricorso al credito e ai collocamenti obbligazionari che hanno coinvolto, e in molti casi ridotto sul lastrico, migliaia di piccoli risparmiatori. Nella galassia di Calisto Tanzi girano una serie di società, come Parmatour, Parma Calcio, Odeon Tv, e quando mancano i soldi è la cassa di Parmalat a sborsare liquidi.
Le difficoltà maggiori per Tanzi cominciano nel 1999 quando acquisisce Eurolat dal gruppo Cirio di Sergio Cragnotti per un prezzo esorbitante, oltre 700 miliardi di lire, per consentire a Cragnotti di rientrare dei debiti con la Banca di Roma di Cesare Geronzi. Uno schema che, secondo gli inquirenti, si ripete anche quando nel 2002 Tanzi decide di comprare le acque minerali da Giuseppe Ciarrapico, anche lui indebitato con Banca di Roma.
Si pagano debiti contraendo altri debiti e nel 2003 Tanzi chiama al capezzale di Parmalat Enrico Bondi con lo scopo di risanare il gruppo ma il super-consulente subito si rende conto che Parmalat non potrà fare fronte al bond di 150 milioni di euro in scadenza di lì a poco. Il 27 dicembre dello stesso anno Tanzi viene arrestato e comincia così, dopo l’avventura economica, anche la vicenda giudiziaria. A dicembre 2010 arriva la condanna per Tanzi a 18 anni di reclusione per un crac da 14 miliardi di euro.
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