L'iconico chitarrista scomparso a 81 anni
Chi era David Crosby, l’ultimo hippie genio e rock’n roll
Nessuna rockstar, nemmeno Jimi Hendrix morto quando l’onda non era ancora rifluita, ha incarnato più di David Crosby, in tutto e per tutto, nella musica come nella tormentata biografia, la parabola di un generazione. Nessuno più del musicista di Los Angeles scomparso a 81 anni due giorni fa ne ha rappresentato le luci e le ombre, la creatività e le pulsioni autodistruttive, il gusto per l’azzardo, a volte le bassezze, la grande illusione e la grandissima disillusione. Quei baffoni da tricheco e i riccioli spioventi sulle spalle sono fissati nell’immaginario e nel ricordo di milioni di ascoltatori al palcoscenico di Woodstock: lui e gli altri componenti del neonato supergruppo, l’inglese Graham Nash reduce dai trionfi londinesi degli Hollies, i canadesi Stephen Stills a Neil Young, ex Buffalo Springfield, suonavano insieme appena per la seconda volta eppure spopolarono.
Ancora oggi i due album prodotti allora da CSN&Y sono il quadro musicale più esaustivo degli hippies d’America alla fine degli anni 60. Il picco di una controcultura che non voleva essere e non era solo musicale. Quel quadro fisso e ingiallito dal tempo, come se David Crosby fosse rimasto per sempre su quel palco, di fronte a mezzo milione di ragazzi, è inevitabile e tuttavia sbagliato. Nei decenni successivi David Crosby, quasi sempre con Nash, spesso anche con Stills, a volte con Young a completare il quartetto, ma anche da solo o con il figlio Raymond, dato in adozione alla nascita nel 1962 e ritrovato da adulto come compagno nel terzetto CPR, ha continuato a incidere, nonostante le peripezie di una vita difficile. Due o tre arresti per detenzione di armi da fuoco e stupefacenti, nove mesi in galera nel 1985, droghe di ogni genere a valanga, una salute sempre malferma anche dopo il trapianto di fegato.
I suoi ultimi album da solo sono bellissimi, quasi quanto il leggendario If Only I Could Remember My Name che dal momento dell’uscita nel 1971 non è mai uscito dalle classifiche dei migliori dischi rock di tutti i tempi. David Crosby non è stato una meteora. Se lo abbiamo immortalato nella mente solo per come era in quei pochi anni trionfali è perché quello è stato l’apogeo della sua generazione e della cultura che aveva creato, il mezzogiorno, della quale Crosby ha impersonato e cantato anche il meno luminoso seguito, il tramonto dei sogni, le esistenze drammatiche ma anche la resurrezione artistica. Crosby è stato un hippie e gli hippies erano ragazze e ragazzi della middle class e a volte, come nel suo caso, di provenienza anche più privilegiata. Il padre Floyd era uno dei più importanti direttori della fotografia di Hollywood, con due Oscar da sfoggiare nei ricevimenti in casa, la madre una Van Cortlandt, famiglia olandese potentissima a New York fin dal XVIII secolo, il fratello maggiore Ethan, che sarebbe poi morto suicida dopo una vita di eremitaggio un una data imprecisata tra il 1997 e il 1998, gli insegnò a suonare la chitarra. David si fece la consueta trafila di scuole per ragazzi ricchi propria dei pargoli del suo ambiente, provò per un po’ a recitare, poi optò per la chitarra e finì per fondare con Roger McGuinn e Gene Clark una band che ha fatto la storia del rock, i Byrds.
Inquieto come uomo, Crisby lo era altrettanto come musicista: curioso, sperimentale, innovatore. Tra le mani dei neonati Byrds capitò un demo di Bob Dylan non ancora inciso. Era Mr. Tambourine Man, i Byrds la incisero per primi e se c’è una canzone che va considerata atto di nascita del country-rock è la loro versione del capolavoro dylaniano. Con i Byrds Crosby incise cinque album, passando dal country rock a un pilastro della psichedelia come Eight Miles High. A rovinare le cose furono i rapporti personali, e del resto i litigi anche acerrimi con gli altri membri delle band di cui faceva parte sono una costante nella vita del musicista, anche più della passione per le armi, l’abuso di droghe o la caotica vita sentimentale. A Monterey si mise a concionare dal palco a metà concerto, contro le conclusioni del rapporto Warren, quello che escludeva il complotto dietro l’assassinio di John Kennedy. Gli altri la presero male e il punto di rottura fu raggiunto quando Crosby si presentò con un nuovo pezzo, Triad, che elogiava i rapporti amorosi a tre. Hippies sì, ma con misura. Il pezzo fu cestinato: lo avrebbero inciso poco dopo i Jefferson Airplane, poi CSN&Y e dopo una ventina d’anni, nel 1988, sarebbe spuntata anche la versione originale dei Byrds. Crosby lasciò la band.
Triad resta un istantanea impareggiabile del tentativo spesso ingenuo ma a modo suo rivoluzionario di abbattere ogni convenzione, riscrivere tutte le regole tipico dell’epoca e della generazione che ne era protagonista. L’uomo non era diverso dal musicista: ha avuto quattro figlie da quattro donne diverse ma è stato anche donatore di sperma per i due figli della cantautrice lesbica Melissa Etheridge e della sua compagna. Anche con Stills, Nash, formatisi nel 1968 e raggiunti Young l’anno seguente, la musica di Crosby è quella più sperimentale e innovativa, piegata verso una sorta di rock-jazz che piacque a Miles Davis al punto di incidere la sua Guinnevere. Quando il grande jazzista gli fece sentire la sua versione, Crosby non apprezzò. Miles, che non andava mai per il sottile, lo sbattè fuori di casa seduta stante e Crosby, come in qualche altra occasioni, ammise in seguito apertamente di aver avuto torto. Gli toccò farlo, in frangenti più drammatici, anche dopo la brusca rottura dei rapporti con Young nel 2014, dovuta alla definizione di “predatrice velenosa” affibbiata alla compagna del canadese, l’attrice Daryl Hannah. Crosby si scusò in privato e si cosparse il capo di cenere in un talk show televisivo.
Con Nash, col quale faceva coppia fissa da 45 anni, fu anche peggio. Nel 2016 annunciò che non ci sarebbero più stati album o concerti con Crosby: «Gli ho salvato il fottuto culo per 45 anni e mi ha trattato come una merda». Tre anni dopo avrebbe confermato: «Nessuno di noi parla più con David. Non ci saranno riunioni». E in effetti nonostante tutti sostenessero Bernie Sanders nelle elezioni del 2020 non si esibirono mai insieme. Ma quella di CSN&Y è una storia di litigi continui e acerrimi. Quando si riunirono la prima volta, nel 1974, per una tournée di immenso successo al di fuori del palco i quattro passarono il tempo ad azzannarsi. Il disco che avrebbero dovuto incidere l’anno successivo fu cancellato proprio a causa dei continui scontri e quando ci provarono di nuovo, nel 1976, finì con Crosby e Nash cacciati dallo studio di incisione dagli altri due. Eppure dopo quelle risse Crosby ha inciso altri 5 album con Still e Nash più 3 anche con Young. Si sarebbero riuniti ancora perché, come disse Young dopo la rottura, “i fratelli e le famiglie sono così”.
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