L'attentato del 23 maggio 1992
Chi era Francesca Morvillo, non solo la moglie di Giovanni Falcone: la prima magistrata assassinata in Italia

Francesca Morvillo è stata l’unica magistrata donna a essere assassinata in Italia. Erano le 17:57 di sabato 23 maggio 1992 quando una carica della potenza di 500 chilogrammi di tritolo fece esplodere un tratto dell’autostrada A29. Nella strage di Capaci morirono Morvillo, il marito giudice Giovanni Falcone, i tre agenti della scorta Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo che viaggiavano sulla prima auto investita in pieno dall’esplosione.
La magistrata aveva 46 anni. Viaggiava in auto, una Croma Bianca, con il marito e l’autista Giuseppe Costanza. A guidare però era Falcone. La moglie era seduta al suo fianco. Furono entrambi scaraventati contro il parabrezza al momento dell’esplosione. Stavano viaggiando dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo. Gli uomini della scorta nella terza auto sopravvissero all’attentato. Il convoglio era l’obiettivo della Mafia che voleva colpire Falcone da quando all’inizio degli anni ’80 fu costituito il pool antimafia di Palermo che indagò Cosa Nostra e istruì il celebre Maxiprocesso.
Dopo l’esplosione e lo schianto Morvillo venne trasportata prima all’ospedale Cervello e poi trasferita al Civico, reparto di neurochirurgia. Morì intorno alle 23:00 durante un’operazione: troppo gravi le lesioni interne riportate. Era nata a Palermo il 14 dicembre 1945, si era laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo nel 1967 con soli tre esami senza trenta e lode. Con la sua tesi di Laurea “Stato di diritto e misure di sicurezza” vinse il Premio Giuseppe Maggiore per la migliore tesi nelle discipline penalistiche.
Era figlia del sostituto procuratore Guido Morvillo. Divenne giudice del Tribunale di Agrigento e sostituto procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Palermo, Consigliere della Corte d’Appello di Palermo e componente della Commissione per il concorso di accesso in magistratura. Insegnò presso la facoltà di Medicina e Chirurgia a Palermo. Fu tra le prime a vincere il concorso da magistrata nel 1968, cinque anni dopo l’apertura alle donne della carriera. Divenne nel 1990 l’unica donna in toga nella Corte di Appello di Palermo.
Il 22 maggio 1992 faceva parte della commissione d’esame a un concorso per l’accesso in magistratura all’Ergife Palace Hotel di Roma. Aveva conosciuto Giovanni Falcone dopo un primo matrimonio culminato in una separazione. Il giudice all’epoca era giudice istruttore al Tribunale di Palermo ed era stato sposato con Rita Bonnici, maestra elementare. La coppia cominciò a vivere insieme nel 1983 e dopo i rispettivi divorzi si sposarono nel 1986 con cerimonia officiata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando. A fare da testimone il magistrato Antonio Caponnetto.
“Giovanni faceva di tutto per proteggerla. Anche costringendola a una vita da separati”, ha raccontato Girolamo Lo Verso, nel libro di memorie Quando Giovanni diventò Falcone descrivendo una donna “accogliente, gentile, tranquilla e piena di modestia”. I due non ebbero mai figli. Giovanni Paparcuri, autista di Rocco Chinnici, tre anni dopo la strage ritrovò in un libro un biglietto che Morvillo scrisse al marito dopo l’attentato fallito dell’Addaura: “Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me, così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca”.
Ha scritto la ministra della Giustizia Marta Cartabia: “Tre decenni dopo quella stagione di stragi – quando in tutto il mondo è apprezzato il metodo del magistrato che rivoluzionò le indagini sulla mafia – emerge nella dimensione pubblica anche tutto il valore personale e professionale di Francesca Morvillo, che è stata sì indiscutibilmente l’amata consorte di Giovanni Falcone e la sua ascoltata consigliera, ma è stata a sua volta un’infaticabile magistrata, una fine giurista, attenta all’importanza della formazione e alla funzione costituzionale della pena”, le parole della Guardasigilli su Il Sole24Ore.
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