Sophia Loren compie 88 anni: 70 anni di carriera, due Premi Oscar, cinque Golden Globe. Personalità iconica, professionista inarrivabile, bellezza mediterranea desiderata da tutto il mondo. La donna forse più amata dagli italiani, almeno per certi anni, che dovettero invidiare senza pietà Carlo Ponti. Il produttore cinematografico la notò giovanissima a un concorso di bellezza e la sposò per procura in Messico nel 1957: una storia anche tormentata, almeno all’inizio chiacchierata, lunghissima, fino alla morte di lui.

Costanza Brigida Villani Scicolone era nata a Roma il 20 settembre 1934 da Romilda Villani, insegnante di pianoforte, e da Riccardo Mario Claudio Scicolone, affarista nel settore immobiliare. Il padre riconobbe la bambina ma non sposò mai Romilda. Ponti, dopo averla notata a un concorso di bellezza, le offrì un primo contratto e le consigliò di usare un nome d’arte, quello con cui girò i primi film di successo al fianco di Alberto Sordi. Lui aveva 38 anni, lei ne aveva 16.

“Devo ringraziare mio marito e De Sica. Ho cominciato dal niente. Mia madre era una povera signora, morivamo di fame e siamo andate a Roma. Senza persone che credono in te non vai da nessuna parte. Incontrai Carlo Ponti, il mio futuro marito, e mi fece conoscere Vittorio De Sica. Lo porto nel cuore. Doveva fare L’oro di Napoli, stavamo nell’ufficio di De Laurentiis, non osavo dire una battuta. Capii che gli ero piaciuta dal modo in cui mi parlava: ‘Siccome parto per Napoli ti faccio un provino subito, se va bene puoi fare la pizzaiola’. Mi misi a piangere. ‘Domani vieni sul set’. Così fu. De Sica era adorabile, un uomo di cuore. Unico. Ha creduto in me”, ha raccontato l’attrice in un’intervista a Repubblica.

La prima interpretazione iconica in Pane, amore e …, del 1955, in coppia con De Sica, regia di Dino Risi. È rimasta nella storia la sua interpretazione in La Ciociara, dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, vinse il Premio Oscar per la migliore attrice, il primo assegnato ad un’interprete di un film non in lingua inglese. Per lo stesso film vinse anche la Palma d’oro a Cannes, il Bafta, il David di Donatello e il Nastro d’argento. Divenne così una superstar mondiale. Per merito anche del produttore nato nel 1912 a Magenta, figlio di una facoltosa famiglia d’industriali tessili. Fu esercitando la professione di avvocato, dopo la laurea, che Ponti si era avvicinato al mondo del cinema, tramite alcuni clienti. Divenne amministratore della società cinematografica Artisti Tecnici Associati (ATA), responsabile della produzione. Il suo primo film come produttore fu Piccolo mondo antico di Mario Soldati, del 1941.

Divenne produttore esecutivo della casa di produzione e distribuzione Lux, la più importante nel dopoguerra. Ponti aveva sposato nel 1946 Giuliana Fiastri, avvocato romano di origini emiliane con cui ebbe i figli Guendalina e Alessandro. E nel 1950 fondò la Carlo Ponti Cinematografica SpA e un’altra società con De Laurentiis, la Ponti-De Laurentiis SpA. I maggiori successi arrivarono però con la Compagnia Cinematografica Champion SpA, costituita nel 1959. Il matrimonio per procura con Sophia Loren fece tantissimo discutere: Ponti era già sposato e il divorzio non era ancora consentito. Fu accusato di bigamia. Divenne cittadino francese, ottenne il divorzio dalla prima moglie e sposò Sophia Loren nel 1966 a Parigi. La coppia ebbe due figli: Carlo jr, nato nel 1968, ed Edoardo, nato nel 1973.

Ponti divenne noto per la sua personalità molto forte, i giudizi trancianti, la fama di uomo colto e autoritario. Con la moglie collezionava opere d’arte, era vicino al Partito Socialista Italiano. Per la sua produzione sceglieva soprattutto trasposizioni di grandi opere letterarie. Il cinema doveva essere cultura e intrattenimento al tempo stesso. La sua attività si chiuse nel 1977, dopo circa 150 film, dieci premi Oscar e gli ultimi successi diretti da Ettore Scola: Brutti, sporchi e cattivi e Una giornata particolare. Ponti fu anche al centro di una complessa vicenda giudiziaria: accusato di aver costituito capitali all’estero tramite la vendita di film e di aver richiesto illecitamente i benefici di legge italiani per film di coproduzione interamente finanziati con capitali esteri.

Il processo si chiuse nel 1985 con la completa assoluzione di Ponti: era cittadino francese residente all’estero da anni e quindi non era soggetto alle restrizioni della vigente legge valutaria italiana. L’amarezza per il processo, il calvario giudiziario, lo convinsero a stabilirsi con la famiglia definitivamente all’estero. Ricevette nel 1996 il titolo di cavaliere della Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica. È morto a Ginevra, in seguito a una complicazione polmonare, il 10 gennaio del 2007. Aveva 94 anni.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.