Chi era Madeleine Albright, la segretaria di stato che diceva: “Mai fidarsi di Mosca”

Madeleine Albright è morta. Prima donna a coprire la carica di ministro degli Esteri americano – fu nominata Segretaria di Stato da Bill Clinton appena eletto Presidente nel 1993 e fu subito a favore degli interventi militari contro la Serbia e volle con ferrea determinazione l’allargamento della Nato ad Est perché sosteneva che non ci si dovesse fidare della Russia, comunque si chiamasse. Era quindi una tipica esponente democratica, dal momento che la linea dura nella Guerra Fredda è sempre stata un cavallo di battaglia dei democratici mentre paradossalmente i repubblicani preferivano soluzioni mediate, come era accaduto ai tempi in cui Richard Nixon aveva chiuso la guerra nel Vietnam ed aperto alla Cina di Mao.

Un altro presidente democratico, Barack Obama, la insignì della Medal of Freedom, un’altissima onorificenza. Aveva 84 anni, era malata di cancro da lungo tempo e la famiglia ha diffuso un comunicato in cui assicura che Madeleine è morta in pace, in casa e fra i suoi cari. Ma fu una donna inflessibile e molto ideologica, due qualità molto apprezzate da Bill Clinton che la apprezzava particolarmente per le sue maniere decise, logiche e spesso ai confini del provocazione con il mondo ex sovietico. Non per caso le sue origini sono boeme, essendo nata a Praga nella Cecoslovacchia invasa dai nazisti prima e dai comunisti poi, fuggiasca con la sua famiglia quando approdò bambina negli Stati Uniti. Aveva l’imprinting comune a tutti coloro che portavano con le memorie della loro infanzia della loro famiglia un ricordo pessimo nei confronti di tutte le forme di dittatura ideologica, avendole sperimentate benché bambina entrambe, quella di Hitler è quella di Stalin. Era nata a Praga e il suo cognome originario era Smichov. Sotto la sua direzione diplomatica e in perfetto accordo con Bill Clinton, non esitò a sponsorizzare la prima guerra in Europa, per difendere il Kosovo dai serbi ai tempi della crisi balcanica scatenata dalla pulizia etnica di Milosevic.

La Albright era decisissima a dare un segnale fortissimo fino all’uso delle armi per chiarire al mondo che da quel momento in poi non sarebbero state più tollerate violenza, rigurgiti di nazionalismi e comunismi armati, dal momento che si era entrati nell’era della grande potenza unica, quella degli Stati Uniti, decisa a inaugurare e mantenere la pace mondiale che avrebbe chiuso una volta e per sempre le furia della guerra nella storia. Tutti sappiamo che le cose andarono diversamente e gli edifici di Belgrado colpiti dai missili e lasciati dai serbi così come erano, con grandi voragini nere e i segni delle fiamme, restavano e restano un’ombra immorale sull’uso della forza di un’America che si sentiva ormai vittoriosa e dominante. La Albright aveva un temperamento inflessibile ma al tempo stesso estremamente sentimentale tale e per questo era molto amata non solo alla Casa Bianca ma popolare sia negli Stati Uniti che in tutto l’occidente che si sentiva liberato per sempre dalle cupezze della guerra fredda.