Il ritratto del personaggio
Chi era Pierluigi Concutelli, terrorista di destra morto a 79 anni e mai ravveduto
L’uomo nero è morto. Era stato lui stesso, Pierluigi Concutelli detto “Lillo”, a definirsi così nell’autobiografia che aveva scritto insieme al giornalista Giuseppe Ardica nel 2008. In quel momento Concutelli si trovava in semilibertà ed era già stato colpito da una lieve ischemia. Nell’ottobre dello stesso anno fu rinchiuso di nuovo a tempo pieno perché trovato in possesso di una modica quantità di hashish, adoperato come cura contro il dolore. Nel 2009 una nuova ischemia lo aveva privato dell’uso della parola e in gran parte anche dei movimenti. Era quindi stato trasferito ai domiciliari, poi nel 2011 la pena era stata sospesa per motivi di salute ma nel 2015 la Cassazione negò la semilibertà in quanto “non ravveduto”. È rimasto ai domiciliari fino alla scomparsa ieri, a 79 anni.
Concutelli, come molti altri terroristi della sua generazione di destra come di sinistra, non era in effetti ravveduto se col termine si intende la disponibilità a rinnegare le sue scelte passate. Era in compenso di certo un uomo molto cambiato già dagli anni 90, vicino alle battaglie del Partito radicale, ormai privo di ogni pericolosità sociale. Pericoloso lo era stato davvero: il primo, nell’estrema destra, a scegliere un modello di lotta armata ricalcata sulla metodologia delle Br e del resto lui stesso, nello spiegare la scelta di passare all’omicidio politico, cita apertamente le Br adoperando la loro stessa formula: “Propaganda armata”. Ma anche, aggiunge, l’intenzione di far capire all’ambiente neofascista che i nuovi ordinovisti facevano sul serio.
Prima di Concutelli aveva aperto il fuoco sulle forze dell’ordine Mario Tuti, il 24 gennaio 1975, uccidendo due carabinieri che volevano perquisire la sua abitazione. Non si era trattato però di un attentato premeditato. La decisione di uccidere il giudice Vittorio Occorsio, il 10 luglio 1976, fu invece presa lucidamente e probabilmente non a caso Concutelli decise di colpire un magistrato, come in quel momento facevano anche le Br che un mese prima avevano compiuto il loro primo attentato omicidiario uccidendo il procuratore di Genova Francesco Coco e la sua scorta. Il magistrato aveva istruito i processi che avevano portato allo scioglimento di Ordine Nuovo: «Colpire Occorsio per noi significava colpire la Dc…Era il braccio armato della Dc, l’uomo che da piazza del Gesù avevano mandato per annullarci…Era stato ed era il titolare di tutte le inchieste scomode del periodo: compresa naturalmente quella sul Movimento Politico Ordine Nuovo del primissimi anni ‘70. Il suo nome saltava sempre fuori», avrebbe spiegato 32 anni dopo il neofascista nel suo libro.
Nel 1976 “Lillo”, nato a Roma, trasferitosi con la famiglia a Palermo a 22 anni, aveva alle spalle una lunga militanza fascista e una breve ma folgorante ascesa ai vertici di Ordine Nuovo. Aveva simpatizzato per il Fronte nazionale di Valerio Borghese, scontato qualche mese di carcere per detenzione di armi, era stato militante contemporaneamente del Msi e di Ordine Nuovo. Aveva organizzato nel 1974 un sequestro, quello del banchiere Luigi Mariani, per finanziare il gruppo armato che già aveva in mente e in libertà provvisoria per quel sequestro si era candidato alle elezioni comunali con il Msi-Dn, ottenendo meno di mille voti. Non aveva potuto votare per se stesso neanche lui: il giorno delle elezioni era in carcere per l’ennesima rissa politica.
Concutelli aveva tentato l’unificazione con Avanguardia Nazionale, insieme al capo avanguardista Stefano Delle Chiaie e al molto meno convinto leader di On Clemente Graziani. La fusione tra i due gruppi storici della destra extraparlamentare fallì ma Concutelli riparò nella Spagna degli ultimi bagliori del tramonto franchista, dove Delle Chiaie dettava legge tra i fascisti italiani. Di certo in quei mesi Concutelli partecipò ad alcune azioni militari anche per conto dei dittatori fascisti. Lui stesso ammise di aver partecipato alla guerra civile in Angola nelle file dell’Unita, la fazione destra appoggiata dagli Usa. In Spagna prese parte alla guerriglia contro i baschi dell’Eta nell’ultimissima fase del franchismo. Per l’attentato contro il leader della Dc in esilio in Italia Bernardo Leighton fu invece assolto per insufficienza di prove, ma senza che la sentenza dissipasse o numerosi sospetti.
In un certo senso, Concutelli è stato un militante fascista a cavallo di due epoche precise e distinte negli anni 70. Come molti della sua generazione si era prestato, in nome della lotta al comunismo, alla collaborazione sanguinaria con i dittatori fascisti spalleggiati allora dagli Usa. Poi era stato tra i primi a scegliere la lotta armata contro lo Stato, agli antipodi dello stragismo e del golpismo della fase precedente, diventando così una sorta di modello per i giovanissimi terroristi della nuova generazione, i Nar, che in effetti tentarono a lungo e inutilmente di farlo evadere.
In carcere, nella fase atroce delle esecuzioni contro i pentiti e i delatori veri o presunti, uccise due camerati: a mani nude, con Tuti, Ermanno Buzzi; da solo, pochi mesi dopo, Carmine Palladino, dirigente di An considerato responsabile della delazione che aveva portato all’uccisione, forse per esecuzione a freddo, del militante dei Nar Giorgio Vale. Concutelli ha commesso crimini terribili, ma non è stato l’uomo nero o il mostro: solo uno dei ragazzi che negli anni 70 hanno sacrificato le vite degli altri e la propria per una politica vissuta come ideologia totalizzante: guerra senza quartiere.
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