La ricostruzione
Chi sono gli al-Shabaab, gli estremisti islamici che hanno rapito Silvia Romano
Il nome degli al-Shabaab è tornato alla ribalta con il rapimento della volontaria italiana Silvia Romano, rilasciata venerdì 8 maggio dopo 18 mesi di prigionia. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Roma e dai carabinieri del Ros, la 25enne è stata tenuta prigioniera in Somalia da uomini vicini al gruppo jihadista di al-Shabaab. Emersi nel 2006 dopo la sconfitta dell’Unione delle Corti Islamiche da parte del Governo Federale di Transizione, gli al-Shabaab, dal 2008 sono nella lista delle organizzazioni terroristiche degli Usa e nel 2012 hanno giurato fedeltà ad al-Qaeda. Sono stati protagonisti e firmatari di sanguinosi attentati, tra cui quello al centro commerciale Westgate a Nairobi che nel settembre del 2013 costò la vita a 67 persone. Due anni dopo, nel 2015 fecero una strage contro un campus universitario in Kenya, con un bilancio di almeno 147 morti, e nel dicembre 2018 un attentato con autobomba a Mogadiscio che ha contato almeno 85 morti. E’ dello scorso settembre invece l’attacco degli al-Shabaab contro la base americana all’aeroporto militare di Baledogle, nello stesso giorno in cui a Mogadiscio una bomba è esplosa al passaggio di un convoglio di mezzi militari italiani.
GLI AL-SHABAAB – Definiti come la peste del Corno d’Africa in quanto identificati come uno dei più violenti gruppi di guerriglieri somali, gli al-Shabaab, in italiano “i giovani”, sono un movimento di resistenza popolare nella terra delle due migrazioni. La loro nascita è dovuta ad uno scopo preciso: quello di rovesciare il governo di Mogadiscio, utilizzando regolarmente attentatori suicidi contro il governo, i militari ed i civili. Di stampo islamico, il gruppo è opposto al TFG, Governo Federale Transitorio della Somalia, e a tutto ciò che non rientra nei canoni islamisti, oltre che essere alleato di al-Qaeda. Il gruppo dei ‘giovani’ inizia ad allinearsi ad al Qaeda sia nell’ideologia che nella tattica e ad avere come obiettivi i civili con attacchi suicida molto più frequenti. Infatti al-Shabaab fa leva sulla sua relazione con al Qaeda per attrarre combattenti stranieri, i cosiddetti foreign fighters e donazioni in denaro dai sostenitori della cellula jihadista.
Anche se i loro efferati attentati sono stati commessi in maniera ricorrente dal 2008, quando sono stati dichiarati terroristi dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, la loro esistenza risale al 2006 formando l’Unione dei Tribunali Islamici (ICU) che governavano la Somalia prima di essere cacciati da Mogadiscio con l’intervento delle truppe etiopiche. L’obiettivo principale del gruppo è quello di riconquistare tutte le terre storicamente “islamiche” ora in mano ai non credenti imponendo la stretta osservanza della Sharia Law o comunemente conosciuta come legge di Maometto. Questa formazione islamista è presente nelle regioni del sud della Somalia e mantiene vari campi di addestramento nei pressi di Chisimaio. Alcuni finanziamenti per al-Shabaab provengono dalle attività dei pirati somali, anche se per quanto riguarda le armi il loro principale rifornitore è l’Eritrea, da sempre nemico dell’Etiopia. L’attuale leader degli al-Shabaab è Ahmed Umar, nominato dopo che nel 2014 l’allora leader degli al-Shabaab, Ahmed Abdi Godane, è stato ucciso in un raid di un drone americano. Dal 2016 gli Stati Uniti, infatti, hanno intensificato i raid aerei, gli attacchi con droni e le operazioni contro il gruppo in Somalia.
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