Le onorificenza
Chi sono i tre napoletani premiati dal Presidente Mattarella: “Esempi di civiltà”
Sono 36 i cittadini italiani premiati da onorificenze al Merito della Repubblica Italiana da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella. 21 donne e 15 uomini. Cittadini che “si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel volontariato, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute“. Tre i napoletani che si sono distinti, per il loro impegno nel sociale, e che sono stati premiati dal Presidente della Repubblica. Si tratta di Angela Buanne, Ciro Corona e Serena Piccolo.
Angela Buanne, 54 anni è stata nominata Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per il suo contributo alla causa della sensibilizzazione presso i giovani sul tema della sicurezza stradale e del contrasto all’alcolismo e alle stragi del sabato sera”. La motivazione del Quirinale: “È la madre di Livia Barbato, deceduta poco più che ventenne nel luglio 2015 per le ferite riportate in un incidente stradale causato dal fidanzato, che in stato di ebrezza, guidò contromano per diversi chilometri. Nello stesso incidente perse la vita il conducente dell’auto proveniente dal verso giusto di marcia. La vicenda della figlia è stata raccontata nel libro Viaggio al centro della notte del giornalista Luca Maurelli che affronta più in generale la piaga delle stragi del sabato sera, dell’alcolismo giovanile e degli sballi facili. Grazie al sostegno della Fondazione Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) e della fondazione Exodus di Don Antonio Mazzi, Angela, accompagnata da Luca Maurelli, gira le scuole per incontrare gli studenti e sensibilizzarli sul tema della sicurezza stradale”.
Ciro Corona ha 40 anni, vive a Scampia. È stato nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per il suo quotidiano e instancabile impegno nella promozione della legalità e nel contrasto al degrado sociale e culturale”. La motivazione del Quirinale: “Laureato in filosofia, dal 1998 lavora come operatore sociale nel ruolo di educatore di strada e di comunità. Socio fondatore, nel 2008, dell’associazione (R)esistenza Anticamorra (di cui è Presidente) e, nel 2012, della Cooperativa sociale (R)esistenza (di cui è legale rappresentante). Così descrive il suo impegno: ‘(R)esistenza ha sempre avuto una idea di sociale differente, un sociale non assistenziale ma responsabile. Pensiamo che sia dal basso che si producano gli anticorpi per contrastare malapolitica e camorra. Mostrando alla gente nuovi modelli di sviluppo e generando una possibilità di scelta. Quella possibilità di scelta che per tanti anni è mancata. È solo vivendo il territorio che si fa antimafia’. Attraverso l’associazione gestisce anche il Fondo Rustico Amato Lamberti, il primo bene agricolo confiscato di Napoli sul quale vengono ora prodotti vino, miele, confetture e birra artigianale secondo la logica dell’agricoltura sociale (in particolare, ad esempio, con percorsi lavorativi individualizzati per detenuti). È diventato un punto di riferimento per quanti resistono alla criminalità organizzata, ha creato uno sportello anti-camorra ed è coordinatore del polo socio-culturale intitolato a Gelsomina Verde, giovane ventiduenne vittima della camorra. Così inizia il suo libro (R)esistere a Scampia (edito nel 2019): ‘Sono nato e cresciuto a Scampia e spero anche di morirci, di morte naturale e il più tardi possibile’. È un libro che denuncia le difficili condizioni di vita di quella periferia napoletana ma che vuole anche mostrare che esiste un’altra faccia della medaglia. Racconta in tal senso: “La camorra non è mai entrata in casa mia, nonostante l’avessi così vicina, nel mio stesso palazzo e in famiglia. (..) non è stato facile da ragazzo sfuggire alle maglie della criminalità organizzata, alle lusinghe di un guadagno facile e a una strada lastricata di droga e morte. Io ho scelto un’altra strada e come me tanti altri a Scampia. Non ho scelto la strada della camorra e neppure quella della fuga. Ne ho scelto una terza: quella di restare, di resistere ed esistere’”.
Serena Piccolo, 18 anni, da Pomigliano d’Arco, “per il suo esempio di forza d’animo e determinazione”, si legge nella motivazione. È stata riconosciuta Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. È la più giovane premiata da Mattarella. Si legge sul sito del Quirinale: “Affetta da una rara malattia (aplasia midollare). Da gennaio 2020, su iniziativa della famiglia di Serena e con il sostegno dell’Avis di Sant’Anastasia e dell’Associazione Admo, si sono susseguiti diversi appelli via social per trovare un donatore esterno compatibile. A giugno scorso, quando era ricoverata presso l’ospedale Bambin Gesù di Roma, in attesa del trapianto, in occasione del suo esame di maturità, Serena ha scelto di lasciare l’ospedale per sostenere l’esame in presenza presso il Liceo Vittorio Imbriani di Pomigliano d’Arco (che frequentava prima dell’insorgere della patologia) e ha preso 100/100. Avrebbe potuto sostenere l’esame a distanza, dall’ospedale, così come consigliato dai medici e dai docenti, ma ha fortemente voluto farlo di persona. Il padre ha commentato: ‘Serena ha voluto la soddisfazione di confrontarsi, mettersi in gioco, avere paura e gioire come una qualsiasi ragazza di 18 anni’. In agosto è giunta la notizia che è stato trovato un donatore grazie al registro europeo, un ragazzo tedesco di 25 anni. Il 21 agosto è stato effettuato il trapianto”.
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