Per il governo congolese non ci sono dubbi: dietro l’attacco al convoglio Onu cui sono morti l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista locale, ci sono le Forze per la liberazione del Ruanda, i guerriglieri ribelli Hutu conosciuti per il genocidio in Ruanda.
Ma la responsabilità dell’attacco avvenuto a presso la cittadina di Kanyamahoro, circa 15 km a nord della città di Goma, nella parte orientale del Congo, viene negata chiaramente dai ribelli.
“Le Fdlr”, si legge in un loro comunicato, “dichiarano di non essere coinvolte in alcun modo nell’attacco e chiedono alle autorità congolesi e alla Monusco (la missione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Rdc, ndr) di fare tutto il possibile per far luce sulle responsabilità di questo ignobile assassinio”.
Anzi, le Fdlr-Foca, come sono conosciute le Forze per la liberazione del Ruanda, fanno anche i nomi dei possibili autore dell’attacco costato la vita ai due italiani. Secondo i ribelli ruandesi “le responsabilità di questo spregevole assassinio” sono da ricercare nella Fardc, l’esercito congolese, nei soldati dell’esercito ruandese e nei loro “sponsor che hanno stabilito un un’alleanza innaturale per perpetuare il saccheggio dell’Est del Congo”.
Ma chi sono le Forze per la liberazione del Ruanda? Dietro questo nome agiscono i ribelli ruandesi di etnia Hutu, già noti per il genocidio in Ruanda nel 1994 di almeno 800mila persone di etnia Tutsi. Sempre al Fdlr-Foca viene attribuita la ‘paternità’ di almeno una dozzina di attentati terroristici realizzati nel 2009, che hanno provocato decine di morti e feriti.
Nel corso degli anni le Forze per la liberazione del Ruanda hanno però cambiato il modo di agire, passando da azioni terroristiche ad attacca a “bassa intensità”, soprattutto rapimenti. Nel 2018 uno dei casi più noti, col rapimento di due turisti inglesi (rilasciati due giorni dopo dietro pagamento di un riscatto) nel parco nazionale di Virunga, scenario dell’agguato di ieri costato la vita a Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci.