Ennesimo spot del Governo
Chiacchiere e dispersivo: Meloni si rifugia dietro la sicurezza, l’unica cura possibile
Intanto la premier Meloni guarda già alle Europee forte dell’accordo-bandiera con l’Albania che può risultare vincente (e convincente) come sa bene Salvini
La sicurezza è, per governo e maggioranza, come il POS per le barche piene di migranti nel trattato di Dublino. Il primo place of security (POS), luogo di riparo e sicurezza dove andare quando la situazione si sta complicando, il consenso dà segnali di cedimento e i conti non tornano. Né sulla manovra né sulle previsioni economiche della Commissione europea che rivedo al ribasso le stima della nostra crescita per i prossimi tre anni.
Insomma c’è bisogno di un boost immediato, efficace, visibile e anche misurabile. L’unica cura possibile è la sicurezza. Si gioca, si sfrutta, il senso di disagio e insicurezza dei cittadini in città oggettivamente molto frequentate da giovani migranti appena arrivati, senza una rete di accoglienza/protezione/istruzione e che dopo due settimane abbandonati a se stessi delinquono, bevono, si ubriacano, si fanno. E diventano molesti. E anche peggio.
Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato l’ennesimo pacchetto sicurezza di questo governo, siamo al quarto, al quinto. Il primo fu il decreto anti rave, tredici mesi fa. L’ultimo è di ieri, un disegno di legge in trenta articoli. Il testo nasce da motivazioni alte e nobili e “dopo lungo e proficuo confronto” con i ministri competenti e le organizzazioni sindacali di polizia, vigili del fuoco e Cocer arma e Cocer forze armate. Difesa e Sicurezza insieme. Ci sono, si spiega, “più tutele per le Forze dell’ordine oggetto di violenza o lesioni, l’introduzione di un nuovo reato per punire chi partecipa e/o organizza rivolte nelle carceri, il contrasto alle occupazioni abusive con procedure lampo per la liberazione degli immobili, la stretta alle truffe nei confronti degli anziani, misure specifiche anti-borseggio e anti-accattonaggio dei minori”.
Tra le maggiori tutele alle forze dell’ordine c’è la possibilità per gli agenti di usare anche fuori servizio armi più leggere di quelle di ordinanza. Per l’esattezza “gli agenti di pubblica sicurezza, già autorizzati al porto di un’arma da fuoco di servizio, possono detenere un’arma da fuoco privata, diversa da quella di ordinanza, senza ulteriore licenza e fuori servizio”. L’obiettivo è consentire agli agenti di avere fuori dal servizio un’arma più leggera al posto di quella d’ordinanza, di solito più ingombrante. Dice che agenti e carabinieri chiedono da tempo questa licenza per le armi. Fratelli d’Italia è in visibilio; la norma è sua (della senatrice Spinelli) e la rivendica.
Un pacchetto di norme sempre rigorosamente di tipo penale, che vanno a caricare carceri e tribunali. E a mettere più armi in circolazione. In realtà da questo pacchetto dovevano uscire anche i soldi per aumentare le indennità di servizio degli agenti. “Prendono 6 euro l’ora, non è più tollerabile” ha detto la premier giusto tre giorni fa. I soldi non sono presenti in questo disegno di legge. Si troveranno risorse da inserire in manovra e quindi utilizzabili dal primo gennaio. Previsti anche una serie di nuovi reati e aggravamenti di vecchi: pena più alta se la minaccia o l’oltraggio sono commessi contro agenti di pubblica sicurezza; pene più alte per gli ecovandali, per chi organizza rivolte in carcere, per chi organizza truffe ad anziani.
Più facile liberare le case occupate da chi non ne ha diritto grazie a due nuove misure: l’occupante non avrà conseguenza se lascerà liberamente l’immobile; ci sarà un procedimento molto veloce, per ottenere la liberazione dell’immobile e la sua restituzione a chi ne ha diritto. Non servirà neppure il giudice che potrà arrivare con calma se e quanto avrà il tempo. Luana Zanella, deputata dei Verdi, parla di “stretta securitaria micidiale”. E’ tra le poche a commentare. Le notizie escono col contagocce. E poi occhi e orecchie sono tutti puntati sull’accordo Italia-Albania.
Possiamo dire che finché non sarà tutto scritto e nei minimi dettagli legislativi e normativi, ogni previsione sull’attuabilità o meno del Piano non è fondata. Possiamo anche dire che le obiezioni avanzata dalla Commissione europea per cui “se i migranti saranno salvati oltre che da navi italiane anche da in acque Sar italiane, dovranno essere applicate le norme del diritto d’asilo europeo e quindi Dublino e quindi devono stare in Italia e non in Albania”, non considerano il fatto che i centri in Albania saranno a tutti gli effetti territorio italiano. Il punto di identificazione al Porto di Shengjin e il Centro per i rimpatri presso la caserma di Gjader saranno piccole Italie di là dall’Adriatico. Un dato è certo e chiaro: Giorgia Meloni ha pronta la sua bandiera per la campagna elettorale per le Europee. Una bandiera che può risultare vincente. E convincente. Come sa bene Salvini.
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