Prosegue la fuga dei brand da Chiara Ferragni dopo le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la celebre influencer. La Cartiere Paolo Pigna Spa ha annunciato di aver interrotto i rapporti commerciali con le aziende collegate alla Ferragni. La decisione, confermata all’ANSA dai vertici aziendali della società cartiera, è stata assunta “nel rispetto del proprio codice etico aziendale, che si può consultare anche sul portale pigna.it, che esclude la collaborazione con soggetti terzi sanzionati dalle autorità competenti per aver assunto un comportamento non etico, corretto e rispettoso delle leggi”. Parole che hanno provocato l’immediata reazione della stessa Ferragni ch attraverso Fenice srl, la società che gestisce i suoi marchi, ha duramente replicato.

Pigna lascia Chiara Ferragni: “Collaborazione unicamente commerciale”

L’ufficialità dell’azienda, che ha sede ad Alzano Lombardo (Bergamo), conferma quanto già cristallizzato sul sito della Pigna dove la pagina ‘Chiara Ferragni Limited Edition’ da giorni appariva con la scritta “Errore 404”. La collaborazione tra Pigna e le aziende che fanno riferimento a Chiara Ferragni “è stata di natura unicamente commerciale – tengono a precisare dall’azienda – e ha riguardato la realizzazione di linee di prodotti di cancelleria per la scuola e per l’ufficio”.

Pigna lascia Ferragni, Codacons esulta

Una decisione che esalta il Codacons.  “La decisione di Pigna, che fa seguito a quella di grandi aziende come Safilo e Coca cola, è corretta perché dimostra attenzione verso i consumatori e rispetto verso gli acquirenti dei prodotti. Crediamo che nessuna azienda debba legarsi per pubblicità e sponsorizzazioni a soggetti pesantemente sanzionati per illeciti contro i consumatori, e le società debbano rescindere i contratti in essere quando si verificano scandali come quelle del pandoro Balocco, che portano a strascichi giudiziari importanti e ripercussioni sul fronte reputazionale”. Lo afferma il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori all’Adnkronos. ”Attendiamo ora -aggiunge il Codacons- di sapere cosa decideranno le altre aziende che hanno rapporti commerciali con la Ferragni, e se dimostreranno analoga attenzione verso gli utenti e i consumatori”.

Ferragni, l’inchiesta e i brand fedeli

Ferragni è indagata dalla procura di Milano con l’ipotesi di truffa aggravata per la vicenda del pandoro Pink Christmas della Balocco, delle uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi. Tre iniziative commerciali con fini benefici su cui i pm vogliono vederci chiaro. Prima di Pigna anche altre azienda hanno interrotti la collaborazione con l’imprenditrice. Da Safilo a Coca Cola. Restano ancora legate a Ferragni aziende come Tod’s, Calzedonia, Intimissimi, Velmar, Morellato, Nespresso e Arval Cosmetici.

 

Redazione

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