Si è allontanata dalla sua casa a Monteveglio nel Comune di Valsamoggia, alle 9 del mattino di domenica 27 giugno e poi di lei si erano perse le tracce. Chiara Gualzetti, 15 anni avrebbe compiuto a breve 16 anni, ma il suo corpo è stato ritrovato senza vita il pomeriggio di lunedì 28 in cima ad un’altura nel parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio, sui colli del Bolognese a meno di un chilometro da casa.

Il suo corpo è stato trovato lì, ai bordi di un boschetto con il corpo dilaniato da coltellate all’altezza del collo e del torace e tumefatto da lividi, come se Chiara fosse stata picchiata. Dopo più di 24 ore di ricerche la terribile scoperta del corpo senza vita della ragazza.

I primi sospetti sono subito ricaduti su un amico coetaneo che frequentava già da un po’ di tempo. È con lui che domenica mattina aveva appuntamento. Il ragazzino avrebbe provato a sviare i sospetti dicendo che Chiara avrebbe dovuto incontrare qualcuno conosciuto sui social. Ma le indagini avrebbero confermato che invece è stato proprio lui a vederla per ultimo. Ieri è stato sentito fino a tarda sera in caserma a Bazzano e lì ha confessato: è indagato per omicidio ed è stato fermato. I sospetti sono partiti quando il papà di Chiara ha letto alcune chat della figlia con il coetaneo. Messaggi da cui si evincono minacce nei confronti della ragazza.

Resta da capire il movente di tanta violenza: sul corpo della 15enne sono state trovata tracce di molte coltellate. Il minore è stato interrogato in caserma a Bazzano fino a notte fonda. Ma oltre a lui sono state sentite molte altre persone che conoscevano la vittima. Sul caso indagano sia la Procura per i minori che quella ordinaria e gli investigatori vogliono capire altri siano coinvolti nell’omicidio, soprattutto maggiorenni.

Poi c’è un altro aspetto da chiarire: il corpo di Chiara è stato trovato il lunedì ma dalle prime analisi sembrerebbe essere stata uccisa la domenica. Quel boschetto vicino casa è solitamente molto affollato la domenica. Sembra strano che possa non essere stato visto dalle centinaia di persone in cerca di refrigerio proprio su quelle colline. Il corpo potrebbe dunque essere stato spostato dopo l’omicidio.

La famiglia di Chiara, originaria di Napoli, non si dà pace per quella simile atrocità. Non riesce a capire cosa possa essere successo e intanto si stringe nel dolore per la perdita dell’adorata figlia.

Al setaccio anche i social della ragazzina. Chiara su Instagram postava immagini sorridenti di quando era impegnata con gli “Arcieri del Melograno”, una compagnia di arcieri che frequentava da un paio d’anni, inserita nel circuito delle rievocazioni storiche. Amava la musica, gli animali e le passeggiate nei boschi.

Ma recentemente i suoi post erano diventati cupi e malinconici. “Mi dicono che ho un bel corpo, mi dicono che sono intelligente e bella… E va sempre a finire che quando lo dicono, lo dicono per approfittarsi del mio corpo e della mia intelligenza. Oppure spariscono perché si stancano di provare a usare il mio corpo e si stancano della mia intelligenza”, scriveva qualche mese fa.

A inizio 2020 Chiara raccontava di una sua ingenuità, di “errori”, di una forza che non riusciva a trovare per affrontare chi, sue parole, la tormentava “da anni con le prese in giro”. Frasi che ora stanno leggendo gli inquirenti.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.