Chico Forti in Italia, l’intervista dal carcere: “Sono innocente, mi sono detto colpevole solo per l’estradizione”

“Sono innocente. Dovevo dichiararmi colpevole per avere l’estradizione, è l’unico motivo per cui l’ho fatto”. Così Chico Forti dal carcere di Rebibbia a Roma, nel giorno del suo ritorno in Italia dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti. Il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio in Florida, dopo essere sbarcato a Pratica di Mare dove è stato accolto dalla premier Giorgia Meloni ha parlato ai microfoni del Tg1. Il suo caso ha raccolto particolare attenzione negli anni, ma Forti ha ribadito oggi di ritenersi innocente.

Chico Forti in Italia, l’intervista dal carcere al Tg1

Nei prossimi giorni, forse lunedì, sarà trasferito nel carcere Montorio di Verona, dove dovrà scontare il resto della sua condanna. Durante l’intervista al telegiornale, Chico Forti si è commosso e ha detto di essere estremamente contento del suo rientro in Italia: “È la ragione per cui sono riuscito a tenere duro: rientrare in Italia, anche qui dentro, è un passo positivo”. Il 65enne, in pantaloni beige e polo, ha parlato delle differenze rispetto alla detenzione negli Usa: “Per la prima volta non ho un numero, né le manette, è un’altra atmosfera”. Poi aggiunge: “Cambia tutto, dalla notte al giorno, il personale, la direttrice, le guardie che mi hanno accolto, i vestiti che indosso, sono italiani, non ho le manette“.

Si è anche commosso durante l’intervista, senza risparmiare ringraziamenti diffusi: “Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, sono positivo. Accetto questo passo, so che è obbligatorio. È per mia madre, 96 anni, che mi sono mantenuto così, spero di poterla visitare presto. Ringrazio tante persone: mio zio, Giorgia Meloni, un personaggio fantastico, tutto il governo indipendentemente dalle ideologie politiche mi ha aiutato”. Poi il ringraziamento anche ad Andrea, Veronica e Virginia Bocelli, perché sono stati incredibili”.

Chi è Chico Forti, la sua storia, perché è condannato

Enrico Forti, nato a Trento l’8 febbraio del 1959, diviene celebre per il windsurf: è stato il primo italiano a gareggiare nella coppa del mondo pro Pwa nel 1985. Nel 1987 un infortunio lo ha costretto ad interrompere la carriera sportiva, e abbracciare contemporaneamente quella delle produzioni di video e film di sport estremi. Nel frattempo comincia a collaborare per riviste (diventa capoeditore di Windsurf Italia), Festival e programmi sportivi.

La svolta arriva nel 1990 quando partecipa al quiz televisivo Telemike, in cui vince una consistente somma di denaro, tanto che due anni più tardi si trasferisce negli Stati Uniti. Lì divorzia dalla moglie italiana e sposa una modella: Heather Crane. I due hanno tre figli: Savannah Sky, nata nel 1994, Jenna Bleu, nel 1996 e Francesco Luce nel 1998, ma è sulla spiaggia di Sewer Beach, a Miami, che la sua vita cambia per sempre.

Nel 1998 viene trovato morto Dale Pike, figlio di Anthony Pike, per il cui omicidio, Forti, viene accusato. L’italiano stava infatti acquistando il Pikes Hotel a Ibiza dalla famiglia Pike, evento considerato dalle forze dell’ordine un forte movente. Dei fatti, Enrico darà versioni diverse con il passare del tempo, ma negli anni si è sempre detto innocente e quindi vittima di un errore giudiziario. Nel 2000 viene condannato all’ergastolo, che fino a oggi ha scontato nel Dade Correctional Institution di Florida City, vicino Miami. Sul suo caso, per la sua scarcerazione o quantomeno per il suo ritorno in Italia è stata portata avanti una battaglia processuale e mediatica fortissima, che ha visto la sua fine solo quest’anno. “Per me ora comincia la rinascita”, ha detto poco prima del suo trasferimento.