Con l’arrivo del vaccino in Campania molti pazienti hanno ripreso le terapie specialistiche interrotte con la diffusione della pandemia. Contemporaneamente sono aumentate le richieste di interventi di chirurgia estetica, plastica e ricostruttiva per sentirsi più sani, e perché no, più belli in vista della primavera. E, soprattutto, con la speranza di ritornare gradualmente ad una vita normale rimediando, in particolare, agli effetti dell’uso della mascherina sulla pelle.

I dati relativi al 2020 in riferimento alla Campania registrano un aumento di pazienti donne (il rapporto uomo – donna è di 1 a 6) che decidono di sottoporsi a interventi di chirurgia e medicina estetica, ma anche di chirurgia secondaria. A darne notizia è Francesco D’Andrea, direttore del reparto di Chirurgia plastica dell’azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli.

Nell’ambito della chirurgia estetica la percentuale di chi si è sottoposto ad additive e sostituzioni è del 60%; rinoplastica il 40%; otoplastica il 15%; blefaroplastica il 30%. Per quanto riguarda la medicina estetica gli interventi al viso si concentrano su botox (botulino) e filler (acido ialuronico) con una percentuale del 65%; mentre per il corpo la percentuale è del 50% per carbassiterapia, radiofrequenza e microonde.

Infine per la chirurgia secondaria le correzioni e gli interventi eseguiti in altra sede per mammelle e naso parlano del 50% del totale. D’Andrea, che è anche presidente della Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, si è espresso più volte sui risultati positivi ottenuti con l’ausilio delle nuove tecnologie. Esistono infatti dei macchinari grazie ai quali con poche sedute si possono accontentare le più svariate richieste dei pazienti. La differenza, come spesso ha puntualizzato D’Andrea, sta nel farsi seguire da specialisti della materia e non da abusivi della professione, che spesso provocando danni anche irreparabili.

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