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Ciao Bimbo… il ricordo di Kobe Bryant a 11 anni è toccante

Federico Biagini, un ex giocatore di pallacanestro, ha raccontato sul proprio profilo Facebook il suo incontro con Kobe Bryant durante la finale di un torneo estivo. Le parole sono toccanti e hanno fatto il giro del web diventando virali. Riportiamo per intero il ricordo della star Nba scomparsa domenica in un incidente con il suo elicottero.
Ciao Bimbo …
… mi ci sono voluti 2 giorni per prendere coscienza di ciò che era accaduto …
Ciao Bimbo, dicevo …
… per me sarai sempre quel simpatico bimbo del Trofeo Piattelli a Montecatini Terme nel 1989 : un rospetto con due gambe lunghissime, occhi vispi ed un sorriso che avrebbe, poi, ammaliato il mondo e non solo quello della pallacanestro.
Quel bimbo che già una sera di 30 anni fa, fece qualcosa di unico ed irripetibile : entrare in campo insieme a tuo padre, Billy Joe, in mezzo ai “grandi”, durante la finale di un Trofeo estivo, la canotta fino alle ginocchia e con la sfrontatezza dei Campioni, seppur con i tuoi soli 11 anni, provare ad incidere sulla partita, ad esserne protagonista e non solo comparsa, come avresti fatto poi per il resto della tua carriera.
La finale di un torneo estivo, forse uno dei più prestigiosi tornei del tempo, giocato a Montecatini negli anni del boom del basket Toscano; in campo solo giocatori adulti, con molti giocatori di serie A, di serie B, serie C e di serie D di Montecatini, Pistoia, Livorno, Siena e Firenze: nessuno voleva perdere, nemmeno per scherzo …
Questioni di “campanile” e di onore , cose da “provincia italiana”, ma sentimenti ed emozioni che poi avresti trasportato, con il tuo immenso talento, nel basket oltreoceano.
“Un bimbo in campo, che carino !”, il pensiero delle 1000 persone in tribuna e tua madre, là dietro, che ti guarda estasiata.
“Un bimbo in campo, che palle!”, il pensiero degli atleti.
“E ora che faccio ?” il pensiero di chi ti doveva marcare.
E quel qualcuno, purtroppo o per fortuna, ero io, modestissimo giocatore delle minors toscane.
Palla al bimbo … mi dico : “Stai fermo, non fare niente… èun bimbo!”
Il bimbo tira da 3 … ciuff, canestro, ovazione del pubblico, mugugni in campo dei miei compagni di squadra.
Ancora palla al bimbo … mi dico : “Avvicinati, ma tieni basse le braccia… è un bimbo!”
Il bimbo, incurante, tira ancora da 3 … ancora ciuff, canestro!, pubblico in visibilio, rimbrotti pesanti dei miei compagni di squadra, time-out del nostro coach che non vuole perdere (… nessuno voleva …) e mi chiede di difendere.
Torniamo in campo.
Ancora palla al bimbo.
Tutto il palazzo vuole che il bimbo tiri ancora. E lo incita.
Tutti i miei compagni vogliono che io difenda. E urlano di non farlo tirare.
“Porca put….na” – penso io – “E ora che faccio?”
Mi avvicino al bimbo e con gli occhi cerco di fargli capire : “non lo fare, per favore!”
Niente da fare, nel suo sguardo solo una feroce determinazione (… che fosse l’inizio della Mamba-Mentality ? …)
La gente è entusiasmata: tira, tira ancora !
Alzo le braccia senza nemmeno guardare il bimbo che, incosciente!, prende la palla, pesante e più grande di lui, e la lancia a canestro.
Involontaria quanto inevitabile arriva la stoppata al bimbo : cosa penserà di me la sua mamma ?
Il palazzetto ulula indignato verso di me, i miei compagni continuano a giocare come niente fosse… io scoppio a ridere per la situazione tragicomica e vado dal coach : “Ora o mi sostituisci o vieni te a marcare quel bimbo!”
Già… il bimbo … quel bimbo, che da lì a poco avrebbe regalato alla pallacanestro mondiale tante di quelle emozioni, che nessuno avrebbe potuto immaginare, compresa forse la dichiarazione di amore, la lettera di addio, più bella che nessuno abbia mai scritto.
Ciao Bimbo …
Adesso potrai far innamorare, anche gli angeli, della pallacanestro : ogni tuo canestro un “disegno” divino !
Forse un giorno giocheremo ancora 1 c. 1 e , senza dubbio, mi renderai quella tragicomica stoppata, mentre tua figlia ci guarderà ridendo.
5… 4 … 3 .. 2 … 1
Fai buon viaggio, Kobe … è stato bellissimo vederti.
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