L'intervista
Cicalone, da YouTube al Campidoglio: “Potrei entrare in politica, a Roma ho visto situazioni imbarazzanti”
È lo youtuber italiano più popolare del momento. Simone Ruzzi, 51 anni, alle spalle un passato da istruttore di pugilato e dirigente d’azienda, è oggi noto sui social come Cicalone. Dopo un esordio con video-tutorial sulle arti marziali, è passato alla realizzazione di documentari sul degrado presente nelle grandi città. Da un po’ di tempo a questa parte il suo lavoro ha catturato anche l’attenzione della televisione, specie da quando ha iniziato a riprendere i borseggi e le aggressioni che avvengono nelle metropolitane di Roma. Dividendo così l’opinione pubblica.
Cicalone ospite di Atreju
Se da un lato lo acclamano, dall’altro lo criticano. Per alcuni Cicalone svolge un vero e proprio servizio pubblico, mentre per altri si sostituisce pericolosamente alle istituzioni. Era inevitabile quindi che il clamore mediatico da lui sollevato venisse presto considerato dalla politica: la sinistra lo accusa di aver messo su un gruppo di persone che girano per Termini per fare delle “ronde”; la destra invece lo guarda con interesse. E infatti sabato scorso è stato ospite di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia organizzata al Circo Massimo, intervenendo durante il panel intitolato “La via italiana per garantire la proprietà privata”, dove ha sottolineato come le case popolari vadano tutelate per evitare che siano occupate dai delinquenti a discapito di chi è in lista di attesa. «Se la politica non riesce a fare questo allora è debole. Per me il primo colpevole è l’Ater».
La presenza su quel palco, l’entusiasmo del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro e i cartelloni sventolati da alcuni spettatori con su scritto «Cicalone sindaco» hanno fatto nascere più di qualche suggestione. È stato quindi inevitabile chiedergli se sia interessato alle prossime elezioni comunali che si terranno a Roma nel 2027.
Cicalone: “Potrei entrare in politica”
«Ho il mio lavoro e mi piace documentare senza paura – precisa al Riformista – ma se domani si volesse sostenere un discorso più costruttivo, forse, si potrebbe pensare a un piccolo ruolo in politica. Attualmente non mi interesso alla vita politica ma potrei iniziare a farlo se, documentandomi, mi rendessi conto di poter essere utile. Ma deve essere qualcosa di simile al mio lavoro attuale: ben venga se uno come assessore riuscisse ad andare a rompere le palle a determinate situazioni». «Non fai le comunali per lo stipendio – aggiunge – lo fai per una responsabilità. Potrei disinteressarmi perché abito in centro ma, già andando oltre le mura aureliane, ho visto situazioni imbarazzanti e questo mi fa male: ho 51 anni e non ho mai visto Roma, la mia città, così problematica. E certe volte mi chiedo come possiamo fare per migliorarla. Magari un giorno non scenderò io in politica, ma sosterrò un candidato sindaco che secondo me potrà fare bene».
Ma come reagirebbe se tra qualche mese proprio Fratelli d’Italia gli proponesse ufficialmente una candidatura? «Io ho votato il sindaco attuale (Roberto Gualtieri di centrosinistra, ndr) così come ho votato la precedente (Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle, ndr), fiducioso che potessero cambiare le cose. Ma sono aperto a chiunque voglia fare un dibattito serio sui problemi. La politica per me non è altro che una direzione che ci permette di risolvere i problemi. Non tifo per nessuna fazione politica, a me interessano gli effetti finali». E chi è bravo a portare questi risultati? «Penso che molte cose si debbano fare in collaborazione tra le parti. E poi, non può esserci un politico che non sa il costo del pane o non sa come funzionano i mezzi pubblici. Se non hai percezione di quello che è realmente il mondo non potrai affrontare i problemi della società».
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