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Cinelli Colombini, cantina di prime donne
Una storia di donne che risale alla fine del ’500 in un mondo – quello del vino – a lungo dominato dagli uomini. “La mia famiglia risiede a Montalcino da cinquecento anni. Nel 1998 mia mamma riprende in mano il Casato a Montalcino, la proprietà dove mia nonna aveva le vigne e un antico casale abbandonato con l’annessa cantina». A parlare è Violante Gardini, classe ’84, giovane e brillante manager del vino, pilastro dell’azienda vitivinicola fondata dalla madre: Donatella Cinelli Colombini. Il Casato era da sempre di proprietà degli antenati materni di Donatella Cinelli Colombini. Nel corso dei secoli, carichi di storia, la proprietà, mai venduta, è passata di madre in figlia: era della nonna e poi della madre di Donatella.
«Quando mia madre riavvia l’azienda si mette in cerca di un enologo. La scuola di enologia di Siena risponde picche: la lista di attesa era lunga e gli studenti erano già tutti impegnati. Donatella chiede allora se ci sono enologhe donne. La risposta è: “certo, sono le migliori della classe, ma non le vuole nessuno”. Comincia tutto così», racconta Violante. «Oggi le donne alla guida di imprese vitivinicole sono tante. Ma noi siamo l’unica cantina fondata completamente sul lavoro delle donne. L’antica proprietà si chiama adesso Casato Prime Donne e produce grazie a un team tutto femminile», ricorda con orgoglio. Lo stesso team anima anche l’altra branca dell’azienda: la Fattoria del Colle a Trequanda. Dopo una laurea in economia aziendale a Firenze e un master dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino che l’ha portata in giro per le più famose aree vinicole del mondo, anche Violante lavora ormai a tempo pieno nella commercializzazione dei vini della madre.
Ma il progetto Prime Donne della cantina Cinelli Colombini non si ferma all’organico, tutto al femminile. Tra le altre conquiste c’è anche un “super” vino rosso, concepito da sole donne. «Sono solo seimila bottiglie di Brunello di Montalcino, realizzato solo nelle annate migliori, grazie al contributo di un panel di sole esperte donne», precisa Violante. La cantina, inoltre, ha istituito un premio che riconosce «la capacità delle donne di svolgere al meglio la propria attività e di portare a termine i propri progetti». Tra le premiate, in tempi in cui non erano ancora note, personaggi come l’astronauta Samantha Cristoforetti o la calciatrice Sara Gama.
Non tutti sanno, poi, che Donatella Cinelli Colombini è anche la persona che ha fondato, nel 1993, il Movimento Turismo del Vino, coinvolgendo le cantine di tutta Italia, in anni in cui l’enoturismo era ancora un miraggio da pionieri. Sempre lei ha inventato “Cantine aperte”, l’appuntamento che ogni anno a maggio apre le porte dei luoghi di produzione del vino a milioni di enoturisti e appassionati. «La nostra azienda conta anche su un agriturismo con 105 posti letto, un centro benessere, una scuola di cucina e altri servizi esperienziali», ricorda Violante Gardini, che è stata presidente del Movimento Turismo del Vino della Toscana dal 2013 al 2019.
«Alle persone che ci fanno visita raccontiamo la storia della nostra famiglia toscana. Qui – racconta Violante – possono trovare tante curiosità: la vecchia ghiacciaia, l’antica incubatrice dove le uova si schiudevano grazie al calore del grande camino toscano, l’orologio a dondolo con l’allarme che veniva tirato quando arrivavano i briganti». Tanti dettagli che costruiscono una storia. «In Toscana è fortissimo il bisogno di accogliere e di fare squadra tra i produttori», ci dice Violante, che è anche presidente dell’Agivi, l’associazione dei giovani imprenditori vinicoli italiani.
«Bisogna ascoltare tanto il turista e puntare sulla qualità dell’accoglienza, offrendo servizi diversi che vanno dalle passeggiate in bicicletta alle degustazioni di vino. L’attività all’aria aperta in questo momento pandemico è molto importante. Ovviamente, la domanda di esperienze enogastronomiche è la più ricorrente. E gli ospiti delle nostre cantine diventano poi i migliori ambasciatori della Toscana nel mondo». E poi c’è il protagonista principale: il vino. «Montalcino è un sogno. Offre vini di altissima qualità e di grande longevità, accolti a braccia aperte in tutto il mondo», assicura Violante. Ma la vendita all’estero presenta ostacoli e incognite. Ecco perché l’Agivi, sotto la guida di Violante Gardini, organizza attività formative per aiutare i giovani imprenditori a comunicare il vino in paesi chiave come la Germania, il Giappone e il Canada.
«Ci manca tanto l’aereo», confessa. La pandemia ha cambiato le abitudini di tutti. Non solo quelle degli imprenditori, ma soprattutto quelle dei loro clienti, costretti a fare i conti con la chiusura di enoteche e ristoranti. «Quest’anno l’acquisto nella Gdo e lo sviluppo dell’e-commerce sono stati cruciali. Gli americani sono abituati da tempo agli acquisti online. Per noi italiani è una scoperta recente. Amiamo il rapporto con l’enotecario, cerchiamo i suggerimenti del sommelier, preferiamo il tappo di sughero rispetto a quello a vite, vogliamo essere coccolati. Insomma, siamo più romantici». Parola di Violante Gardini.
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