Dopo le proteste degli animalisti e l’appello dell’Oipa, lanciato questa mattina  e diretto al Presidente Mattarella “per mettere fine alla mattanza”, è arrivata la precisazione del Consiglio Scientifico della Tenuta di Castelporziano in merito all’asta dei cinghiali vivi. La nota è stata pubblicata sul sito del Quirinale: le motivazioni alla base della scelta di spostare altrove gli animali viene attuata per tutelare gli stessi cinghiali.

LE PRECISAZIONI SULL’ASTA DEI CINGHIALI

“La politica di selezione di cinghiali è operata- per rispetto e a tutela degli animali, ogni anno- da decenni. Da quando a Castelporziano è stata abolita la caccia, che veniva praticata frequentemente, con l’abbattimento di centinaia di molte specie: cinghiali daini, caprioli e fagiani” si legge sul comunicato. “Castelporziano infatti un sistema ‘ecologicamente’ chiuso, in cui vengono a mancare i predatori naturali normalmente posizionati ai vertici della catena alimentare.” 

La riproduzione dei cinghiali, come spiegato dal consiglio Scientifico, è elevata: secondo i monitoraggi annuali effettuati dall’ISPRA, la popolazione ammonta ad alcune migliaia di individui. Stando a quanto riportato sull’avviso pubblico della Tenuta, il numero medio delle catture di cinghiali delle ultime sei stagioni (e che quindi sono stati successivamente venduti) è stato di 852 capi all’anno. “Se non se ne spostassero altrove alcuni ne morirebbe un gran numero perché non avrebbe la possibilità di trovare cibo a sufficienza nei boschi della Riserva, andando inoltre a competere con specie sensibili della Tenuta, quali il capriolo italico, che ne soffrirebbe”. Inoltre, si legge sulla nota, si rischierebbe di perdere completamente la rinnovazione naturale della foresta di querce caducifoglie, patrimonio ambientale di Castelporziano e prezioso habitat tutelato dell’Unione europea. Infatti sono proprio le ghiande il cibo preferito dai cinghiali.

“Per questa ragione ogni anno il numero di cinghiali eccedente quello che consente alla popolazione di essere in equilibrio con le altre componenti dell’ecosistema, viene ceduto attraverso il sistema dell’asta, come dettato dalla normativa in tema di alienazione dei beni pubblici, e come attuato dal sistema delle aree protette” sottolinea il Consiglio Scientifico della Tenuta di Castelporziano. “Si tratta – si ripete – di una scelta a tutela dei cinghiali stessi, nonché a protezione delle altre specie di fauna a maggior rischio e del pregiato ecosistema forestale della Riserva naturale. Non attuare azioni di controllo della popolazione di cinghiali impedirebbe la tutela dell’ecosistema nel suo complesso.” Le tecniche di sterilizzazione su una popolazione talmente numerosa, tra l’altro già sperimentate in contesti urbani, “non trovano successo ecologico”.

 

Mariangela Celiberti

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