«Se significa coltivare e praticare il valore dell’autonomia, noi continuiamo a essere questo sindacato». Con queste parole il segretario Luigi Sbarra ha replicato alle accuse di subalternità rivolte alla Cisl alla luce della mancata adesione allo sciopero generale proclamato da Cgil e Uil. Una decisione che però il numero uno della Confederazione italiana sindacati lavoratori ha rivendicato pienamente, spiegando che allo stato attuale una mobilitazione del genere finirebbe non solo per chiedere «ulteriori sacrifici ai lavoratori» ma rischierebbe anche di «trasferire tensioni e conflitto nelle imprese senza che queste abbiamo responsabilità». Proprio per questo l’approccio della Cisl è più ponderato e meno barricadero rispetto alla rigida linea paventata ormai da mesi da Maurizio Landini, a cui Sbarra ha rivolto l’appello affinché torni a vestire i panni del sindacalista evitando «di avventurarsi in ragionamenti tutti orientati al profilo politico e partitico».
L’atteggiamento pragmatico della Cisl (che vanta un importante incremento di iscritti tra i lavoratori attivi) è figlio del giudizio articolato sulla manovra che porta la firma del governo di Giorgia Meloni. Da una parte continuano a piovere sentenze pregiudiziali a 360 gradi; dall’altra la Confederazione italiana sindacati lavoratori ha scelto di percorrere la strada del dialogo per portare a casa quanti più risultati possibile. Non a caso Sbarra, intervenuto a margine dell’Assemblea organizzativa della Filca-Cisl nazionale a Torino, ha rivendicato le proposte e le sollecitazioni del sindacato che hanno consentito di vantare traguardi tutt’altro che indifferenti: a tal proposito ha citato gli esempi della conferma del taglio del cuneo fiscale e dell’accorpamento delle aliquote che sostengono i redditi medio bassi. «Per noi è importante avere assicurato l’indicizzazione delle pensioni anche per il 2024, aver centrato l’obiettivo di portare a casa per la prima volta 8 miliardi per rinnovare i contratti del pubblico impiego e della sanità e aver acquisito quasi 1 miliardo per sostenere la famiglia e la natalità», ha aggiunto Sbarra.
Che allo stesso tempo non ha nascosto una serie di disappunti rispetto alle decisioni dell’esecutivo di centrodestra, chiedendo maggiore concretezza per sbloccare le assunzioni di medici e infermieri, per tagliare le liste di attesa e per investire sulla medicina territoriale di prossimità. Non va dimenticato che da tempo la Cisl si è messa in azione nei luoghi di lavoro e sul territorio per una forte mobilitazione, avendo però bene in mente un insieme di criteri che confermano la reale volontà di confronto con il governo. «Lo facciamo con un profilo sindacale centrato sulla responsabilità, sul pragmatismo e sull’autonomia dalla politica, sul riformismo sociale, sulla partecipazione, sulla valorizzazione della contrattazione collettiva, sulla necessità di innovare le relazioni sindacali con una cultura partecipativa», ha concluso il segretario Sbarra.
All’Assemblea organizzativa ha preso parte anche il senatore Enrico Borghi, che ha avuto un «positivo confronto» con il leader della Cisl: «Sul tema del salario minimo non abbiamo voluto essere – come amava dire Carlo Donat Cattin – dei “ragazzi del coro”. E sul piano sindacale la Cisl si è distinta, dando forza a una battaglia parlamentare che noi stiamo cercando di condurre». Il capogruppo di Italia Viva-Il centro-Renew Europe a Palazzo Madama ha poi sottolineato di nuovo la necessità della partecipazione dei lavoratori agli utili, una battaglia che la Cisl porta avanti per un nuovo modello economico che riconosca e dia piena attuazione al diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle aziende.