Da ieri, mercoledì 24 maggio sera, la facoltà di Geologia dell’Università La Sapienza è stata occupata da una cinquantina di studenti e attivisti climatici che, secondo le forze dell’ordine che sono intervenute sul posto, hanno preso possesso delle aule alla conclusione di un convegno svoltosi al dipartimento di Fisica. L’appuntamento era dedicato proprio ai cambiamenti climatici, con il titolo “Metodi di lotta alla crisi climatica”. Fra gli occupanti sono presenti anche esponenti di Fridays for Future e di Ultima Generazione, la sigla che deve la sua notorietà all’imbrattamento di opere monumentali e d’arte a scopo di protesta.

Gli occupanti fanno sapere di aderire alla mobilitazione internazionale EndFossilOccupy. “Da oggi – si legge in una nota – l’Università la Sapienza sarà occupata per rompere la quotidianità universitaria e organizzare attività aperte a tutta la città per persone di tutte le generazioni. È sorta, come parte di un processo naturale, l’occupazione della Sapienza per lanciare un segnale forte dopo mesi in cui la crisi climatica si è resa ancora più evidente, bussando alle porte di molte città italiane con un susseguirsi di fenomeni strettamente legati: prima con mesi di siccità, poi con piogge dirompenti che stanno allagando l’Emilia Romagna provocando morti e distruzione”.

“Abbiamo trovato necessario riappropriarci, con i nostri corpi, di uno spazio che già da troppo tempo si schiera con aziende che hanno le maggiori responsabilità della crisi climatica, che hanno alimentato finora il motore di una crescita economica insensata con le fonti più dannose in assoluto: carbone, petrolio e gas. Le Università permettono l’ingresso di queste aziende, ecocide e belligeranti, nei luoghi del sapere, tramite accordi quadro, corsi da loro organizzati, finanziamento a progetti di ricerca e borse di dottorato, oltre a sponsorizzarle in eventi come i Career Days”, scrivono gli occupanti che, per questo, chiedono lo stop alle collaborazioni in atto fra l’Università e le aziende ritenute colpevoli dei mutamenti climatici in atto.

Il gruppo ‘End fossil Roma’ avanza, infatti, le seguenti richieste: “Di cessare ogni accordo, convenzione o progetto di ricerca ora in vigore della Sapienza con le seguenti aziende responsabili della crisi climatica e ogni loro forma di ingerenza nella didattica. Di pubblicare i dettagli dei progetti di ricerca attuali e dei finanziamenti ricevuti da ogni azienda legata a la Sapienza, in modo che siano facilmente consultabili in modo chiaro e trasparente”. Accordi che, in molti casi, consentono all’Università di portare avanti ricerche e agli studenti di frequentare percorsi di formazione e avviamento professionale.

Redazione

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