L'iniziativa dei penalisti
Codice ristretto, arriva il vademecum per i detenuti: la guida per comprendere regole e agevolazioni

Avrebbe potuto pensarci l’amministrazione, invece lo hanno fatto gli avvocati, con il contributo dei garanti. Poi lo Stato si è accodato. Meglio di niente, si dirà. Sta di fatto che adesso il “Codice ristretto” c’è. È un opuscolo per i detenuti, soprattutto per quelli più soli e più deboli, quelli che hanno meno possibilità di essere informati pur avendo il diritto di esserlo come gli altri. “Codice ristretto” è dunque un vademecum, fornisce informazioni sulle norme che regolano i percorsi di risocializzazione.
Si tratta di una rapida guida che serve anche a non ingolfare la Sorveglianza di fascicoli destinati ad essere definiti con provvedimento di inammissibilità, perché indica al detenuto tutta una serie di informazioni per renderlo consapevole dei suoi obblighi e dei suoi diritti, di ciò che può richiedere e di quello che non può essergli concesso in base alla pena che sta scontando: parliamo di liberazione anticipata, lavoro esterno, permessi ordinari e quelli speciali, affidamento in prova ai servizi sociali o affidamento di tossicodipendenti, detenzione domiciliare, semilibertà. Uno strumento di informazione, quindi, che diventa per il detenuto un modo per acquisire maggiore consapevolezza di sé e della realtà, quella penitenziaria, in cui si trova ad essere nel momento in cui varca la soglia di un carcere. Uno strumento utile soprattutto a quei detenuti più soli, più deboli, quelli che non possono permettersi la guida costante di un avvocato, quelli che non hanno famiglia o non hanno una famiglia che li affianca e li aiuta nel percorso detentivo e rieducativo.
Quelli, insomma, che pur avendo una condanna da scontare potrebbero avere accesso a dei benefici ma non ne chiedono perché non hanno tutte le informazioni necessarie per avanzare richieste in tal senso. Inoltre, il “Codice ristretto” può rivelarsi un vademecum utile anche per chi opera all’interno di un istituto di pena, quindi per gli operatori della giustizia che intendono conoscere e confrontarsi con i diritti e con le preclusioni previsti dalle norme che regolano l’esecuzione della pena. Sabato il “Codice ristretto” realizzato per gli istituti penitenziari della Campania (e già in parte distribuito) è stato presentato a Santa Maria Capua Vetere, nella sala convegni del Palazzo San Carlo, alla presenza del presidente del Tribunale sammaritano Gabriella Maria Casella, del procuratore della Repubblica Carmine Renzulli, del magistrato di sorveglianza Marco Puglia, dell’avvocato Riccardo Polidoro, responsabile nazionale dell’Osservatorio Carcere dell’Unione camere penali italiane, del garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello.
Il “Codice ristretto” nasce da un’iniziativa della Camera penale di Bologna con il patrocinio dell’Osservatorio Carcere delle Camere penali. «Valutato il pregio dell’opera – ha sottolineato l’avvocato Polidoro -l’Osservatorio carcere ne ha proposto la diffusione a tuti i presidenti delle Camere penali territoriali. La suddivisione in tre tabelle (una per i detenuti ordinari, una seconda per quelli condannati per delitti inseriti nell’articolo 4bis e una terza per i casi speciali) consente, con l’incrocio dei dati, di comprendere immediatamente se vi sono le condizioni per l’applicazione di una misura alternativa». «Ho accolto con entusiasmo la proposta dell’Osservatorio Carcere di diffondere in Campania il “Codice ristretto” – ha spiegato il garante Ciambriello -. Questo testo è uno strumento per fornire informazioni comprensibili e immediate. Non vuole sostituite la consultazione delle norme di legge ma esclusivamente agevolare la comprensione del possibile accesso ai benefici. Il supporto del difensore – ha concluso – rimane un riferimento fondamentale e irrinunciabile per la piena tutela dei propri diritti».
© Riproduzione riservata