Sulla base dei dati e delle indicazioni fornite dalla Cabina di regia, il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 21 febbraio. Passano in area arancione le regioni Campania, Emilia Romagna e Molise, mentre su Lombardia e Lazio, che rimangono in giallo, ha alla fine prevalso la linea espressa dai governatori.
IL MONITORAGGIO ISS – Una scelta dettata dalla preoccupazione sempre più forte per i dati sull’andamento dell’epidemia di Coronavirus in Italia. Nell’ultimo monitoraggio dell’ISS, l’Istituto superiore di sanità, l’indice Rt medio nazionale, nel periodo 27 gennaio-9 febbraio, è stato pari a 0,99 (range 0,95- 1,07), in crescita rispetto alla settimana precedente e con un limite superiore che comprende l’uno.
Nella precedente rilevazione dell’ISS l’indice Rt si era fermato a 0,95. Altro dato preoccupante e in crescita è quello sull’incidenza dei casi 100.000 abitanti: sono 135,46 per 100.000 abitanti nella settimana 8-14 febbraio rispetto a 133,13 per 100.000 nella settimana 1-7 febbraio.
Numeri ben lontani dal 50 per 100mila abitanti che consentirebbe la creazione della cosiddetta “zona bianca”, il lasciapassare del governo a restrizioni minime.
Secondo il monitoraggio ISS sono 10 le Regioni e province autonome ad avere un indice Rt puntuale maggiore di 1, con uno scenario di tipo 2, dunque da zona arancione. Per l’Umbria i dati sono da rischio alto. Sono invece 12, contro le 10 della scorsa settimana, le regioni a rischio moderato e 8 a rischio basso.
L’INDICE RT PER REGIONE – Quest l’indice Rt regione per regione: Abruzzo 1,17; Basilicata 1,03; Calabria: 0,76; Campania 1,16; Emilia Romagna 1,06; Friuli Venezia Giulia 0,80; Lazio 0,95; Liguria 1,08; Lombardia 0,95; Marche 0,91; Molise 1,04; Piemonte 0,96; Alto Adige 1,16; Trentino 1,23; Puglia 1; Sardegna 0,77; Sicilia 0,73; Toscana 1,2; Umbria 1,17; Val d’Aosta 0,92; Veneto 0,81.
ISS CHIEDE INTERVENTI – L’Istituto superiore di sanità conferma per la terza settimana segnali di tendenza a un “graduale incremento nell’evoluzione epidemiologica” e si osserva un “peggioramento nel livello generale del rischio“. Situazione che richiede “misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione”. Un “nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per Covid”.
Per questo la raccomandazione è quella che gli esperti ripetono da settimane: “È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”.
BONACCINI PER RESTRIZIONI OMOGENEE – A favore di restrizioni omogenee si era invece espresso, a Sky Tg24, il presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. “Credo che con l’arrivo delle varianti serva una valutazione diversa, sarebbe il caso di discutere fra governo e regioni, ne ho già parlato con i ministri Gelmini e Speranza, per capire se non valga la pena una restrizione omogenea di qualche settimana. Mi chiedo se questo saliscendi, con il cambio di colore delle regioni, alla luce delle varianti, non abbia qualche pecca che si può risolvere”, ha detto Bonaccini.