Una leggera, quasi impercettibile, fiducia nella ripresa economica quella che arriva dalla Banca Centrale Europea che ha confermato le attese dei mesi scorsi tagliando i tassi di 25 punti basi. Un taglio risibile, che impatterà poco o nulla su imprese e famiglie per l’accesso al credito ma che arriva dopo anni bui, segnati da cicli di rialzi andati avanti per dieci volte di fila dal luglio 2022 allo scorso ottobre 2023, per poi lasciare i tassi in questione invariati fino a poche ore fa.

E oggi arriva finalmente il taglio dello 0,25%, con il tasso di riferimento che scende dal 4,50% al 4,25%. Si tratta della prima riduzione decisa dalla Banca centrale europea dal settembre del 2019, guardando al tasso sui depositi (dal 4% al 3,75%). Se invece si guarda al tasso sui principali rifinanziamenti (dal 4,50% al 4,25%) e a quello sulle operazioni marginali (dal 4,75% al 4,5%) è il primo taglio deciso dalla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, addirittura dal marzo del 2016.

Tassi, non sarà inizio discesa lineare

Bce che alza la stima sull’inflazione nell’area euro per il 2024 portandola dal 2,3% al 2,5% e per il 2025 dal 2 al 2,2%. Per il 2026 per ora la stima resta all’1,9%. Un taglio dunque ‘simbolico’ e che spinge i vertici della Banca Centrale Europea a non creare false illusioni. In quest’ottica arriva la premessa sui prossimi tagli. Per le prossime decisioni sui tassi la Bce si baserà – spiega una nota del Consiglio direttivo – “sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi“.

Lagarde prudente: “Nel 2024 inflazione resterà al di sopra dei nostri obiettivi”

Più chiare le parole della presidente Christine Lagarde che cambia versione rispetto a quanto detto poco più di un mese fa sull’inflazione. Per Lagarde oggi nell’area euro, “malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata” e dunque “l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”. Lo scorso aprile era leggermente più ottimista, indicando che l’inflazione avrebbe visto delle “fluttuazioni attorno ai livelli attuali, prima di scendere al nostro obiettivo (del 2%, ndr) a metà 2025”.

Abbiamo tagliato i tassi perché “la nostra fiducia nel cammino” dell’inflazione “è cresciuta negli ultimi mesi” ha aggiunto Lagarde. La decisione del taglio dei tassi è stata presa “all’unanimità, meno uno” nel Consiglio direttivo ha sottolineato la presidente specificando che “non c’è stato alcun dissenso” nell’orientamento a decidere in futuro “riunione dopo riunione”.

Giorgetti: “Scelta doverosa, era ora”

La notizia del taglio dei tassi è stata accolta, come ovvio che sia, positivamente dalle Borse europee che proseguono: Milano avanza dello 0,43%, Parigi dello 0,36%. Londra guadagna lo 0,4% e Francoforte e’ in progresso dello 0,63%. Soddisfazione anche per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Finalmente la Bce ha tagliato i tassi. Una decisione attesa, opportuna, coerente con la situazione attuale e, guardando gli ottimi dati di riduzione dell’inflazione in Italia, ben al di sotto della media dell’area euro…anche doverosa. Era ora. Auspichiamo che questo sia solo il primo passo in questa direzione”.

Cosa cambia adesso per i mutui?

Così come sottolinea il Corriere.it, il taglio dei tassi di 25 punti basi porterà risparmi risibili nelle rate mensili che le famiglie pagano per il mutuo variabile. Infatti se si tiene conto anche della detraibilità fiscale degli interessi, la riduzione di 25 centesimi del costo del denaro, ipotizzando che venga recepita per intero dall’Euribor, porterà un vantaggio immediato di 15 euro netti al mese per ogni 100 mila euro di debito a tasso variabile. Resta comunque un segnale dopo anni di aumenti che hanno visto anche raddoppiare la rata nel giro di pochi mesi.

Taglio tassi, risparmio di 18 euro al mese su mutuo variabile

Secondo l’Unione nazionale consumatori, il taglio dei tassi d’interesse porterà ad una riduzione della rata, per chi ha contratto ora un mutuo a tasso variabile, pari a 18 euro al mese, 216 euro all’anno. ”Un risparmio che poi si riduce man mano che il mutuo si avvicina alla sua scadenza e si paga quasi soltanto la quota capitale”. Lo afferma l’Unc, in una nota, che commenta così la decisione della Banca: ”Bene era ora! Il ribasso annunciato dei tassi è una buona notizia sia per l’abbassamento degli oneri sul debito pubblico, sia per le imprese e le famiglie che devono chiedere un prestito o un mutuo, sia per quelle che hanno già sottoscritto un mutuo a tasso variabile. Sia chiaro, però, che le prossime decisioni della BCE dovranno dipendere dall’andamento dell’inflazione che deve continuare a scendere e che resta sempre, come diceva Einaudi, la più iniqua delle tasse”.

Redazione

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