Le modifiche alla misura simbolo del M5S
Come cambia il reddito di cittadinanza: vietato il ‘no’ al lavoro, meno soldi ogni mese senza impiego
Il reddito di cittadinanza cambia. La misura simbolo del Movimento 5 Stelle viene modificata nella legge di bilancio del governo Draghi. Il premier aveva ribadito più volte di condividerne il principio, ma troppi sono stati gli abusi dalla sua nascita, e l’esecutivo ha quindi deciso di mettere mano al sistema.
Sistema che, come chiarito dallo stesso presidente del Consiglio nella conferenza di giovedì, “va mantenuto, senza abusi, e non deve ostacolare il funzionamento del mercato del lavoro, cosa che invece è avvenuta”.
TAGLI ALL’ASSEGNO – La notizia più importante arriva dalla decisione di ‘tagliare’ l’assegno. A decorrere dal ° gennaio 2022, il beneficio economico mensile del Reddito di cittadinanza è ridotto di 5 euro ogni mese a partire dal sesto mese, finché uno degli elementi del nucleo familiare non sottoscriverà un contratto di lavoro.
Un taglio che arriva sulla scia di quanto avviene già oggi per gli altri sussidi di disoccupazione Naspi e Dis-Coll (al 3%), mentre con l’Rdc è più leggero, con l’1% del beneficio economico massimo per un single, pari a 500 euro mensili.
Un taglio totale che ammonterà a 60 euro, il 10% della prestazione totale, come avviene già oggi (ma al 3%) per i sussidi di disoccupazione Naspi e Dis-Coll.
Riduzione dell’assegno che non verrà applicata alle famiglie in cui tutti i componenti sono inoccupabili o finché c’è un componente che ha meno di tre anni oppure una disabilità grave oppure non è autosufficiente. Inoltre l’assegno non potrà mai scendere sotto i 300 euro al mese, (per un single, da moltiplicare per la scala di equivalenza) e quelli da 300 euro non saranno toccati, con il decalage che verrà sospeso il beneficiario inizia a lavorare e riprenderà se perde il posto.
CONTROLLI – Cambia anche il sistema dei controlli, vera e propria voragine che ha permesso l’emergere di numerosi casi di ‘furbetti’ che hanno intascato l’assegno senza averne diritto, in particolare i percettori abusivi perché condannati con sentenza passata in giudicato da meno di 10 anni.
Una stretta che sarà frutto di una triangolazione delle informazioni tra Inps, ministero del Lavoro e ministero della Giustizia. Controlli che, ha spiegato poi Draghi, dovranno essere ex ante e non post, come avvenuto fino ad oggi.
QUANDO DECADE L’ASSEGNO – Il Reddito di cittadinanza ‘decade’ se il beneficiario non si presenta al Centro per l’impiego quando convocato.
Non solo: niente più sussidio al secondo rifiuto di un’offerta di lavoro, e non tre come accade oggi. Offerta che potrà essere anche a tempo determinato, a 80 chilometri da casa, a part-time, in somministrazione (ma non sotto i tre mesi) e ovunque in Italia (solo contratti stabili).
LAVORARE PER IL COMUNE – I Comuni, si legge nella manovra, sono tenuti ad impiegare almeno un terzo dei percettori di RdC residenti. Ma per i beneficiari del sussidio lo svolgimento di tale attività non è assimilabile ad una prestazione di lavoro subordinato o parasubordinato e non comporta quindi l’instaurazione di un rapporto di pubblico impiego con le amministrazioni pubbliche’.
Inoltre lo svolgimento di queste attività è da considerare a titolo gratuito.
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