Il provvedimento
Come funziona la precettazione dello sciopero di venerdì firmata da Salvini: lo stop di 4 ore e i sindacati pronti ad impugnare
Salvini blocca nuovamente lo sciopero dei trasporti. Dopo la precettazione del luglio 2023, il ministro decide di opporsi anche a quello generale del 29 novembre, che avrebbe escluso soltanto i treni e coinvolto tutti gli altri mezzi, tra metro chiuse e corsie preferenziali vuote: bus, tram, metropolitane ma anche gli aerei, autostrade, navi e traghetti, in una giornata che avrebbe potenzialmente fermato gli italiani dalle 22 di giovedì 28 alle 22 di venerdì.
Lo sciopero generale di venerdì
Il 29 novembre infatti Cgil e Uil hanno confermato lo stop di otto ore in tutti i settori e per l’intero turno di lavoro. Sindacati in piazza contro la decisione del governo di ridurre il debito pubblico tramite tagli alla spesa sociale, anziché agire sulle entrate con una riforma fiscale strutturale, stop che da stasera non potrà più essere osservato completamente dal settore dei trasporti.
Salvini precetta lo sciopero: ridotto a quattro ore
La decisione del ministro è arrivata poco dopo le 18: “Per evitare agli italiani l’ennesimo venerdì di caosa, ho deciso di intervniere direttamente riducendo a quattro ore lo sciopero indetto da alcuni sindacati”. E sul confronto con Landini che lo accusa di limitare un diritto, Salvini ricorda: “In un anno e poco più di governo ci sono stati 949 scioperi. Quindi parlerei anche di diritto al lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani. È l’impegno che mi sono preso”.
I sindacati pronti ad impugnare. Come funziona la precettazione
La decisione del ministro è arrivata dopo un incontro con i leader di Cgil Uil, Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri che non arretreranno: “Noi rispettiamo le regole, impugneremo la precettazione e ci rivolgeremo alla magistratura”, fa sapere quest’ultimo. “Il ministro non era interessato a conoscere le ragioni tecniche – continua la segreteria generale Cgil Gabrielli – . Attenderemo gli atti, li valuteremo se fare ricorso al Tar”. La partita sulla precettazione non è ancora chiusa, così come non lo fu nel luglio del 2023, quando nonostante le fasce orarie garantite, i treni continuarono a subire ritardi e cancellazioni anche una volta ripreso il servizio.
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