Li hanno colpiti nel sonno, con una operazione di intelligence pianificata da tempo e con una percentuale di errore assai ridotta dopo mesi di esercitazioni. Hamas ha studiato e appreso nel tempo i segreti e le abitudini dell’esercito israeliano. Conosceva bene come operava e quali erano le sue debolezze. Emergono nuovi dettagli sul sabato della strage (7 ottobre) nel sud d’Israele quando l’irruzione armata dei miliziani dell’organizzazione terroristica ha provocato centinaia di morti nei kibbutz e in altre zone del Paese dotato dell’esercito più potente del Medio Orente. Secondo la ricostruzione dettagliata del New York Times, che ha ottenuto parte dei documenti di pianificazione di Hamas e dei video dell’assalto, oltre alle interviste con i funzionari della sicurezza, emergono dettagli che mostrano come Hamas aveva una comprensione sofisticata di come operava l’esercito israeliano, dei suoi segreti e delle sue debolezze.

L’offensiva è partita nella notte con l’esercito israeliano impreparato a fronteggiare un simile attacco. I terroristi hanno distrutto con i droni le principali torri di sorveglianza e di comunicazione lungo il confine con Gaza, in modo tale da impedire alla sorveglianza israeliana di capire costa stesse realmente accadendo (almeno nell’immediato). Un vero e proprio buco per i servizi di intelligence (Shin Bet e Mossad) e per lo stesso esercito che da tempo controllavano il confine con la striscia di Gaza da remoto, ovvero con telecamere, sensori e mitragliatrici azionate a distanza, senza la presenza fisica di soldati. Una sorta di “smart working” neutralizzato da Hamas che è riuscito a mettere fuori uso il sistema di sorveglianza.

Poi l’irruzione intorno all’alba del 7 ottobre con varchi creati attraverso esplosivi e trattori e l’iniziale passaggio prima di 200 miliziani e, poco dopo, di altri 1800 terroristi a bordo di camioncini o in sella motociclette. Per i civili israeliani non c’è stato scampo: numerosi gli attacchi contro i cittadini residenti nei kibbutz e nelle cittadine al confine con Gaza. Terrificate quanto accaduto anche al rave party in corso nel deserto a 5 chilometri di distanza dal luogo dove Hamas ha fatto irruzione. Una volta superato il confine, oltre alla strage di civili, l’altro principale obiettivo di Hamas era quello di prendere il comando del centro di intelligence israeliano. Il commando che lo ha assaltato era composto da dieci miliziani entrati in azione in sella a motociclette. Una volta varcato il confine si sono diretti a est, sparando a tutte le auto civili che incontravano. Poi dopo circa dieci miglia, sono usciti dalla strada e hanno imboccato un sentiero nel bosco, arrivando all’esterno del centro strategico di Tel Aviv. Hanno abbattuto il cancello con una piccola carica esplosiva e sono entrati nella base. Prima la gioia, festeggiata con un selfie di gruppo. Poi uno dei terroristi, in possesso di una mappa, ha guidato il commando verso il centro di intelligence militare controllato da remoto dall’esercito israeliano e presidiato da due soldati, che probabilmente dormivano. Quest’ultimi infatti hanno provato a nascondersi sotto un letto ma sono stati crivellati da numerosi proiettili. Una sequenza catturata da una telecamera montata sulla testa di un miliziano del commando che è stato poi ucciso. Il New York Times ha esaminato il filmato, poi ha verificato gli eventi intervistando funzionari israeliani e controllando anche il video militare israeliano dell’attacco. Soltanto in tarda mattinata, soldati e riservisti di diverse unità hanno raggiunto la base, uccidendo i 10 miliziani di Gaza che avevano filmato il loro assalto mortale.

Altro  errore strategico di Israele – rileva il quotidiano americano – è stato quello di concentrare tutti i comandanti dell’esercito in un’unica base lungo il confine. Circostanza che ha mandato nel caos i soldati, spiazzati nelle operazioni di difesa perché non c’era nessuno sul campo in grado di dare ordini precisi. Alcuni soldati sono stati ammazzati nei loro letti dopo l’irruzione nelle varie basi presenti lungo il confine con Gaza. In diverse basi i terroristi di Hamas sapevano esattamente dove si trovavano i server di comunicazione e li hanno distrutti, rendendo assai più complicata la difesa israeliana.
Da una parte l’attacco ai centri militari, dall’altra la strage di civili nei vari villaggi presenti. Il tutto prima delle 7.30 del mattino. Spietati gli attacchi nelle zone residenziali dove centinaia di civili sono stati uccisi e decine sono stati invece rapiti e portati nei tunnel di Gaza. Il NYT riporta il racconto di una donna, la signora Cherry, che insieme alla sua famiglia è riuscita a salvarsi dal blitz in casa die terroristi barricandosi insieme a marito e figlio in una camera usando un armadio e facendo credere agli aggressori che dentro non ci fosse nessuno.

Un attacco che, così come documentato da un documento, datato 2022, ritrovato dai soccorritori israeliani in un villaggio, era stato preparato da mesi. Hamas conosceva bene tutti i punti strategici da attaccare e sapeva come muoversi nei vari villaggi. Un piano segreto che Hamas ha mascherato fino alla fine, diffondendolo solo a una cerchia ristretta di terroristi. Anche perché, consapevoli di essere intercettati (oltre al ruolo di qualche infiltrato), nel mesi scorsi ha provato a rasserenare gli animi facendo credere a Israele di essere concentrata soprattutto nell’amministrare il territorio nella Striscia di Gaza e ad evitare a tutti i costi un’altra guerra con Israele.

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.