9 settembre 1998
Com’è morto Lucio Battisti: gli “abbattistamenti” del cantante e l’omaggio a Sanremo

Da qualche tempo si parlava di “abbattistamenti”: la trasmissione Va ora in onda su Rai1 aprì l’omonima rubrica nel programma nel quale si segnalavano i presunti avvistamenti di Lucio Battisti in tutta Italia. Il cantante e autore si era ritirato dalle scene nel 1970 e sarebbe morto la mattina del 9 settembre 1998. Sarà ricordato al Festival di Sanremo, come ha annunciato in conferenza stampa il direttore artistico Amadeus, in occasione degli 80 anni dalla nascita – come Lucio Dalla – e dei 25 dalla morte. “L’idea è di far cantare tutto l’Ariston”, ha detto Gianni Morandi
Era fine agosto del 1998 quando si diffuse la notizia di un ricovero di Battisti in gravi condizioni cliniche. All’ospedale San Paolo di Milano. Da qualche tempo viveva a Molteno, nel comasco. Strettissimo il riserbo per gli undici giorni di ricovero. Nessun bollettino medico venne diffuso. Le condizioni del cantante peggiorarono inevitabilmente il 6 settembre, dopo un paio di giorni il trasferimento in terapia intensiva. Battisti è morto intorno alle 8:00 della mattina del 9 settembre, a 55 anni. L’Ospedale parlò di “quadro clinico severo fin dall’esordio”. Mai confermate le voci di un linfoma maligno al fegato o di glomerulonefrite.
“Nessun accanimento terapeutico, spiegherà l’eroe positivo di questa pessima vicenda, il direttore del San Paolo Franco Sala, stretto per giorni tra diritti e doveri difficilissimi da gestire. Da subito, invece, dal primo giorno di ricovero una ‘alleanza terapeutica’ con il paziente che accetta tutto, anche una terapia sperimentale contro il male che lo devasta. Il fisico attaccato ferocemente dal male, la condizione di dializzato che impedisce o rende inutili le cure ad alto potenziale, il male che si estende fino a organi delicatissimi come fegato e pancreas”, è quanto racconta Antonio Dipollina per Repubblica.
La moglie Grazie Letizia Veronesi negò qualsiasi contatto con i cronisti. Fu concesso di visitare la salma solo al figlio Luca Battisti, alla moglie, alla sorella Alba Rita, ai cognati Marco e Sergio Veronesi. Il funerale si sarebbe tenuto in forma strettamente privata. A Molteno, appena 20 persone, tra cui Mogol: il paroliere con cui Battisti aveva scritto note e parole indelebili nella storia della musica italiana. Saputa la notizia del ricovero, il paroliere aveva spedito una lettera all’amico.
“Nei suoi ultimi giorni, quando era in ospedale, gli scrissi una lettera, affidandola a un’infermiera. Diceva: ‘Caro Lucio, spero che i giornali esagerino come sempre, però se hai bisogno io sono qui’. Non seppi se l’aveva ricevuta oppure no fino a dieci anni dopo, quando scoprii che un medico gliel’aveva consegnata. Vide Lucio, in uno dei suoi ultimi momenti di lucidità, leggerla e poi mettersi a piangere”, ha raccontato Mogol a Famiglia Cristiana.
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