La legge elettorale è la stessa di quattro anni fa, il Rosatellum, ma con delle novità. Il 25 settembre gli italiani tornano al voto per eleggere i loro rappresentanti in un Parlamento sottoposto ad una ‘cura dimagrante’ a causa del taglio dei parlamentari votato in questa legislatura, che passano da 945 a 600 con l’entrata in vigore della riforma costituzionale del 2020.

Chi può votare

L’altra grande novità di questa tornata elettorale è il diritto di voto per i diciottenni anche al Senato. Per il resto l’election day si svolgerà con le modalità ‘classiche’: i seggi saranno aperti domenica 25 settembre dalle 7 alle 23, col conteggio dei voti che inizierà subito dopo la loro chiusura. Agli aventi diritto, che potranno votare nel proprio comune di residenza provvisti di tessera elettorale e documento di riconoscimento, verranno consegnate due schede elettorali di colore diverso: una gialla per il Senato e una rosa per la Camera.

Come funziona la legge elettorale

L’Italia andrà al voto ancora una volta col ‘Rosatellum’, sistema elettorale misto che applica il metodo maggioritario nei collegi uninominali e quello proporzionale nei collegi plurinominali. Il ‘Rosatellum’, che deve il suo nome al suo ‘inventore’, il parlamentare di Italia Viva Ettore Rosato, prevede che il 37,5% dei seggi venga assegnato con il criterio maggioritario, mentre il restante 62,5% viene assegnato con il sistema proporzionale.

In questo modo l’assegnazione di 147 seggi alla Camera e di 74 seggi al Senato è effettuata in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. L’assegnazione dei restanti seggi delle circoscrizioni del territorio nazionale (245 e 122, rispettivamente per la Camera e per il Senato) avviene in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento predeterminate dalla legge.

Cosa c’è sulla scheda e come si vota

Le schede di Camera e Senato, tranne che per il colore, saranno uguali. Al loro interno gli elettori troveranno diversi rettangoli con i simboli dei partiti raggruppati per coalizioni: accanto ad ogni simbolo vi sarà un elenco di nomi, corrispondenti ai candidati dei movimenti nel collegio plurinominale, il listino bloccato che vedrà eletti i rappresentati scelti dai partiti col sistema proporzionale.

Sopra il rettangolo di ogni coalizione ‘svetta’ un singolo nome: è quello del candidato scelto dalla coalizione per il collegio uninominale. Il collegio, come prevede la legge elettorale, va al candidato che prende almeno un voto in più rispetto agli altri candidati di quel singolo collegio.

Dove porre dunque la X per esprimere la propria preferenza? Per votare basta anche una singola X su ciascuna scheda elettorale: ponendo infatti il segno sul simbolo del partito (o tracciandola sull’elenco dei candidati al plurinominale) che si vuole votare, la propria preferenza andrà anche al candidato al plurinominale di quel partito o coalizione, dato che può provenire anche da un altro movimento alleato.

Il voto è valido anche con una singola X anche se posta sul candidato all’uninominale: in quel caso il voto viene ripartito proporzionalmente tra i partiti che lo sostengono nel collegio uninominale.

La preferenza resta valida anche due X poste sia sul simbolo del partito, sia sul relativo candidato all’uninominale

Vediamo invece quando il voto può essere invalidato. È il caso del voto disgiunto: per l’attuale legge elettorale non è possibile votare per un candidato dell’uninominale e allo stesso tempo per un partito che non lo sostiene. Altra circostanza in cui il voto viene annullato è nel caso l’elettore scrive messaggi o disegna simboli fuori dai riquadri dei candidati.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia