La storia di “Cometa”, è una storia di famiglie che si aprono all’accoglienza nella forma dell’affido e che adesso coinvolge 1.200 ragazzi. Come una cometa anche questa lascia una scia, ben visibile. Scuola, centro diurno, società sportive, formazione. Strumenti diversi ma sempre attraverso una storia di accoglienza all’ennesima potenza.
Della scuola o dei percorsi formativi, dopo anni o decenni ognuno di noi non ricorda la nozione, la formula, neppure tanta routine. Ti ricordi molto bene invece di professori non banali che ti hanno aiutato a scoprire di più te stesso, magari sfidandoti sulla loro materia ad andare al fondo delle cose. I ragazzi non cercano negli adulti la banalità, non vogliono trovare nei grandi dei “pari grado”, o peggio i loro “avvocati” o “sindacalisti”. Cercano adulti che abbiano qualcosa da dire e da proporre.

Cometa sembra una matrioska, non si finisce mai di scoprire quale altra novità ci sia dentro e alla fine arrivi sempre alla stessa questione: tutto viene fatto per rispondere all’esigenza dei ragazzi che in definitiva è la tua stessa esigenza, trovare la tua strada, scoprire che hai un talento e per fare questo percorso occorrono ragazzi con domande vere e adulti veri che li accompagnino in questo percorso.
Siamo a Como, l’associazione Cometa si occupa di giovani e lo fa in tanti modi, noi ci fermiamo ai percorsi formativi e scolastici. I vari percorsi educativi contano 400 studenti. Il Preside è giovane ed ha le idee molto chiare, Giovanni Figini la mattina lo si trova ogni giorno al cancello per salutare i ragazzi, perché “la scuola non è semplicemente l’istituzione che devi frequentare ma casa tua, il luogo dove tu sei atteso”. E a vedere gli occhi di questi ragazzi e poi a parlarci, ti rendi conto che questo lascia il segno.
Cometa Formazione – Oliver Twist nasce nel 2003 per dare una opportunità di ripartenza nella vita per i ragazzi in dispersione scolastica con un percorso speciale: il cosiddetto “Liceo del Lavoro”.

Oggi è anche una scuola professionale regionale e un liceo paritario molto particolare.
Purtroppo negli ultimi due anni i numeri dei ragazzi che arrivano in dispersione stanno crescendo e si sta abbassando sempre di più l’età media dei frequentanti, prima di 17 anni adesso siamo ai 14 anni.
In Cometa è nato 2 anni fa il primo Liceo artistico “imprenditoriale artigianale del design”: una sperimentazione per rispondere al disorientamento e all’insicurezza sui percorsi scelti dai ragazzi” ci spiega Figini. Così è nato un indirizzo con basi su artistico e design, poi è stata aggiunta economia e materie relative al mondo dell’artigianato con Pcto potenziato. Con la previsione di un tutor dedicato, un educatore che segue al massimo due classi per orientare durante i cinque anni i ragazzi.
L’anno scorso per esempio è partito il progetto sedie. Ogni studente ha scelto una sedia d’autore, ne ha approfondito la conoscenza e poi progettato la propria personale, sia graficamente che stilisticamente, ma anche ipotizzando l’idea di business, quale mercato potrebbe avere, decide materiali, studia lo stile, il tessuto, la presentazione pubblica.

“Il tutor – ci spiega il Preside – guarda dove si accende la scintilla, l’interesse di ognuno e lo aiuta a scoprire la passione, ciò che lo interessa e da questo nel tempo si chiarisce per ognuno il proprio percorso”. Un percorso che accompagna ogni singolo ragazzo, non si sostituisce a lui, un percorso dove si fa reale orientamento. “Tanto lavoro ma la scuola questo deve fare”.
Sul professionale e il percorso Iefp, ci racconta Figini, “in merito alla riforma dei professionali, il DDL adesso al Senato proposto dal Ministro Valditara, ci aspettiamo tanto”.
In questi anni tanti i ragazzi, dopo il percorso professionale, hanno deciso di iscriversi all’università e spesso a scienza dell’educazione. Chiedo incuriosito come sia possibile e il Preside mi racconta tante storie particolari e belle e mi sembra che alla fine è proprio vero che “uno tratta, per come è stato trattato”. Si è accompagnati in un percorso educativo e così alla fine si vuole aiutare altri giovani a fare lo stesso percorso, per questo dopo un percorso professionale c’è chi ha deciso di fare il quinto anno, diplomarsi e poi iscriversi a scienza dell’educazione per diventare educatore.
Nei corsi di formazione sono tanti gli iscritti e i percorsi: falegnameria e progettazione interni, tessile e arredo e ristorazione con bar e ristorante didattico interno. La bellezza dei locali, dei laboratori, delle aule è uguale alla bellezza e alla bontà di quello che fanno. Che sia un mobile, un vestito, una torta, ed è una bellezza che si vede negli occhi di questi giovani ma anche dei docenti. Non si può non restare colpiti e chiedo. “La bellezza – mi dice Figini – è una esigenza di ognuno. La bellezza dei luoghi, certo, ma anche la bellezza dei rapporti”.

Ma le novità, le matrioske prima ricordate, non finiscono. “Stranieri e rifugiati spesso non conoscono la lingua e non hanno esperienze lavorative ma hanno volontà e vogliono imparare, così sono nati corsi di lingua e avviamento al lavoro”.
Infine le proposte per il dopo scuola: laboratori di teatro, scrittura, natura, canto, e carità, (laboratorio “ConMuoverSi”) ed è quello più partecipato. Stranieri e italiani, del liceo o del professionale, grandi e più piccoli. “Settimana scorsa siamo andati ad aiutare alla mensa dei poveri dopo la scuola, oppure ad aiutare i piccoli a fare i compiti in alcuni quartieri difficili, oppure in piscina con i ragazzi con disabilità”, ci dice il Preside che sembra un fiume in piena di racconti ed esperienze che non possono lasciare indifferenti.
La scuola o il percorso formativo è un luogo dove è possibile sperimentare un modo di stare insieme in maniera diversa. Un luogo dove tu sei atteso. Così ognuno fa parte di una Cometa e lascia, a suo modo, una scia. Ben visibile.