“Io ricordo quelle giornate impiegate in estenuanti riunioni: vertici di maggioranza, consigli dei ministri, punti bilaterali. Riunioni infinite, perché infinita era la preoccupazione e infinita era anche la nostra impreparazione di fronte a un evento che nessuno si sarebbe immaginato di dover affrontare. Ricordo un ministero deserto, in una città deserta, con l’angoscia che saliva quando arrivavi ed entravi, sapendo che avresti dovuto concorrere a prendere decisioni molto complesse”: sono le parole di
Teresa Bellanova, che via social offre uno spunto di riflessione sulla necessità di istituire una commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della pandemia.
Bellanova lo fa ricordando le giornate di allora, quando ricopriva un incarico di governo.
“Ricordo però anche la rabbia. Tantissima rabbia. Perché c’erano tante, tantissime cose che non tornavano. Tanti muri di gomma che avevi di fronte. Non era solo questione di impreparazione – naturale che fosse così, chi era preparato? -, ma anche di una attitudine fortissima a non rischiare mai, a preferire la soluzione più semplice – chiudere tutto – a quella un po’ più complessa.
Ricordo vicende che allora non potevamo comprendere appieno e che posi nelle sedi opportune: la missione russa di cui come capo delegazione fui informata dalla stampa, i ristori dati a pioggia, la gestione eccessivamente prudente della scuola, la politica degli acquisti legati all’emergenza. Ricordo che spesso misi a verbale cose che non condividevo e ricordo benissimo che non ero sola, ma che il partito cui appartengo ed i componenti del governo di
Italia Viva erano preoccupati quanto me, in alcuni casi più di me, di come l’emergenza era gestita”, prosegue Bellanova.
“Tant’è che quando lanciammo la petizione per la commissione di inchiesta sul Covid tutti eravamo d’accordo: d’altronde perché non esserlo, visto che tra i motivi che ci indussero a firmare le dimissioni ci fu un inesistente piano vaccinale, che ci avrebbe permesso di uscire da quell’emergenza da cui forse qualcuno non voleva veramente uscire?”, chiede Bellanova.
“Io capisco i dubbi – scrive Bellanova – su una commissione di inchiesta che qualcuno in maggioranza vorrà usare per mettere in dubbio la scelta di spingere su una vaccinazione quasi obbligatoria, che è stata finalmente l’elemento di svolta nella pandemia. Capisco i dubbi, li condivido pure, ma in politica ci si sta con le proprie di idee, non con quelle degli altri: se la gestione della commissione andrà troppo in quella malaugurata direzione o se il testo finale metterà in dubbio le scelte legate alla campagna vaccinale, avremo tempo e modo per esprimere tutto il nostro dissenso”.
“Però è evidente – prosegue – che
un faro sulla gestione della pandemia vada acceso ed è evidente che, come il Presidente Mattarella ha richiamato,
non è un faro giudiziario ma politico: le scelte che sono state fatte sono state tutte corrette? Le scuole potevano essere gestite diversamente, evitando di danneggiare una intera generazione di studenti? I ristori a pioggia sono stati tutti utili? Gli acquisti fatti in fretta – come era normale che fosse – hanno lasciato spazio a comportamenti magari non penalmente rilevanti ma forse in futuro evitabili? E infine, quei militari russi che cosa erano davvero venuti a fare in Italia?”.
“Ecco, rispondere a queste domande sarà necessario. Ed il fatto che io fossi un attore di quelle scelte – più di altri, essendo capo delegazione – non vuol dire che le abbia condivise tutte e che in tutti i casi sia stata messa in condizione dal Presidente del Consiglio di avere tutti gli elementi per esprimere la mia decisione con scienza e coscienza”, sostiene Bellanova.
“Quindi bene la commissione di inchiesta, evitiamo di tirare in ballo il Presidente Mattarella quando abbiamo applaudito la commissione per il caso di David Rossi o chiesto quella per la morte di Emanuela Orlandi, cerchiamo tutti di mantenere una coerenza con le nostre idee ed i nostri pensieri di allora. Sennò è davvero tutto strumentale: ed una politica strumentale, tutta di tattica quotidiana, porta davvero poco lontanto“, conclude Bellanova.