La nomina
Commissione europea, Fitto e la vicepresidenza di peso: un portafoglio da 400 miliardi di euro
La nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme rappresenta un importante riconoscimento per il nostro paese, sia per le materie di cui il quasi ex ministro per gli Affari europei sarà responsabile sia per il “portafoglio” che esse si portano dietro.
L’incarico comporta tre conseguenze principali. La prima: l’Italia siederà nella “stanza dei bottoni”, visto che i vicepresidenti avranno il compito di coordinare anche il ruolo dei Commissari europei. La seconda: le riforme europee saranno coordinate da un italiano, dopo che un altro italiano, Mario Draghi, ha proposto una agenda rivoluzionaria per il futuro del Continente. La terza, e non ultima, riguarda la politica interna: gran parte dei sovranisti non potranno più additare l’Unione come fonte di imposizioni e di limitazioni, visto che un loro rappresentante siede tra gli scranni più alti.
Coesione
Sebbene molti non conoscano bene il funzionamento del Bilancio dell’Unione europea, le deleghe ricevute da Raffaele Fitto sono “pesanti” dal punto di vista economico e finanziario. Nel dicembre 2020, infatti, l’Europa si è dotata di un “Bilancio a lungo termine” per il periodo 2021-2027. Il Bilancio consente all’Unione di investire in tutti i settori strategici ed è costituito da uno stanziamento di oltre 2mila miliardi di euro. Di questi, ben 426,3 miliardi sono dedicati al capitolo “coesione, resilienza e valori”. Per intenderci: se nelle deleghe saranno confermate nel dettaglio, il portafoglio che fa capo a Fitto gestirà oltre il 21% di tutto il Bilancio dell’Unione europea fino al 2027.
Ricordiamo che “la politica di coesione è la principale politica di investimento dell’Unione europea. Essa offre vantaggi a tutte le regioni e città dell’Ue – si legge nei documenti di approvazione dei programmi – e sostiene la crescita economica, la creazione di posti di lavoro, la competitività delle imprese, lo sviluppo sostenibile e la protezione dell’ambiente”. Basti pensare che al Mezzogiorno d’Italia, oltre le risorse del Pnnr, l’Europa destina altri 41 miliardi in fondi di coesione da spendere entro il 2027.
Proprio il Sud del nostro paese registra un enorme ritardo nell’attuazione dei fondi di Coesione. Quando il governo italiano chiederà una proroga della spesa, decisione al momento inevitabile, dovrà trattare proprio con Fitto sebbene quest’ultimo – è meglio ricordarlo – svolge il proprio ruolo nel rispetto degli interessi di tutta l’Unione. Insomma, una volta nominato commissario si dismetta la divisa nazionale per indossare quella europea.
Pnrr
Non solo. Come ha spiegato ieri Ursula von der Leyen, Raffaele Fitto gestirà i fondi dei Pnrr insieme a Valdis Dombrovskis. È l’indicazione contenuta nella lettera di missione inviata dalla presidente della Commissione al politico italiano. “Realizzare le riforme e gli investimenti concordati stabiliti nei Pnrr dei paesi Ue entro la scadenza del 2026 – scrive von der Leyen – sarà una sfida significativa e richiederà sforzi costanti da parte di tutti i paesi e della Commissione. Vorrei che tu guidassi questo lavoro, insieme al commissario per l’Economia e la produttività (Dombrovskis, ndr), e ti concentrassi sull’implementazione completa e di successo di NextGenerationEU”, spiega ancora.
Ricordiamo che il piano NextGenerationEu, in Italia declinato come Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mette sul piatto oltre 800 miliardi di euro per il rilancio del sistema economico e sociale del Vecchio Continente. Anche in questo caso si dovrebbe andare verso una proroga dell’attuazione, visto che molti paesi – tra cui l’Italia – sono in ritardo nella spesa che dovrebbe concludersi entro il 2026.
Nuovo Bilancio e Riforme
Con la sua delega, inoltre, il commissario Fitto sarà al centro della trattativa del nuovo Bilancio a lungo termine. Esso viene varato ogni sette anni e a partire dal 2026 la Commissione Ue dovrà iniziare i colloqui per la definizione del nuovo quadro di risorse comunitarie. A sedere al tavolo delle trattative, oltre ovviamente von der Leyen, ci sarà proprio l’italiano insieme al Commissario economico Dombrovskis. Capitolo a parte meritano le riforme dell’Unione europea. Ursula ha affidato a Mario Draghi una analisi sullo stato dell’Unione e della competitività. L’ex numero uno della Bce ha stilato una relazione di oltre 400 pagine in cui propone molte riforme, tra cui anche quelle relative al meccanismo decisionale della Commissione e dell’Europa. Toccherà dunque a Fitto mettere in campo i principali punti dell’Agenda Draghi e proporre un piano di riforme che potrebbe cambiare il volto dell’Unione e consentirle di affrontare le sfide per il futuro.
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