Commissione sulla pandemia per non deludere i no-vax, latitanza su vaccini anti influenza e Covid: la sgangherata linea del governo

Penso che sia un grave errore dell’attuale maggioranza l’aver istituito una Commissione bicamerale di inchiesta sulla pandemia. Giorgia Meloni – è vero – aveva annunciato questo proposito nelle comunicazioni sulla fiducia, ma io confidavo in un’ulteriore prova di incoerenza tra le tante a cui abbiamo (fortunatamente) assistito. Invece no: su questo punto la maggioranza ha tirato diritto per non deludere le platee di no-vax che ha blandito prima e durante la campagna di vaccinazione; non è stata dunque rivalutata la sgangherata linea di condotta seguita in quei frangenti da almeno due partiti (FdI e Lega) dell’attuale coalizione.

Personalmente ho ritenuto che le misure assunte nell’ambito del lockdown fossero esagerate, mentre ho condiviso l’operazione vaccinazioni con annessi e connessi, compreso il regime (con prescrizioni e sanzioni) del green pass. Considerando tuttavia la crisi sanitaria nel suo complesso, trovo disonesto (purtroppo si è trattato di  una responsabilità molto diffusa che si è assunta la stessa magistratura con inchieste discutibili e sentenze negazioniste) giudicare ora per allora: ovvero prendere a riferimento i punti di arrivo e di superamento della crisi per valutare la gestione iniziale di un fenomeno sconosciuto, quando l’unica terapia consigliata era quella di lavarsi spesso le mani e di restare distanti dalle persone che si incontravano, mentre si portava a spasso il cane. E quando alle 18 di sera si consumava il rito delle statistiche in tv e improvvisati muezzin gridavano dalle terrazze che “tutto andrà bene”.

Se supererà le difficoltà di insediamento, la Commissione farà il suo lavoro. Ce ne faremo una ragione. È però inaccettabile la latitanza del governo per quanto riguarda le indicazioni da seguire come prevenzione dell’influenza di stagione e del Covid-19 (che è ancora tra noi con le sue varianti). Non si cancella un virus bandendolo dalla televisione. Dalla 46esima settimana del 2023 alla 17esima del 2024 (dati ISS) si sono ammalati 14,59 milioni di italiani di sindromi simil-influenzali. L’influenza è preponderante con 4,5 milioni di casi seguono 2,5 milioni di casi di Covid-19, che ha colpito di più nelle fasce più anziane e a rischio. Ciò a causa di una campagna vaccinale un po’ rarefatta senza gli “hub” a fare da traino.

A fronte di 59 milioni di italiani vaccinabili a fine aprile 2024 sono immunizzati in 2,21 milioni (3,8% della popolazione), ai quali si sovrappone una popolazione di 11 milioni di fragili portatori di cronicità a vario titolo (circa metà dei quali sotto i 60 anni). Venti milioni di italiani in tutto. Gli stessi 20 milioni a rischio Covid-19 sono pazienti a rischio d’influenza (8mila morti l’anno). Il target fissato per il vaccino antinfluenzale era del 75% della popolazione da 60 anni in su; nella stagione 2020-21 abbiamo superato il 65% (era partita in contemporanea la vaccinazione di massa contro il Covid-19). Quest’anno il timore è di scendere sotto il 50% della copertura auspicata, malgrado l’avvenuto adeguamento ai ceppi in circolazione. A livello mondiale i trend sono simili all’Italia: la popolazione a rischio si vaccina di meno. In Italia negli ultimi 30 giorni vi sono stati 50.884 casi di Covid-19 (con un’età mediana di 61 anni); 1.075 erano operatori sanitari; 309 in tutto sono i deceduti.