Matteo Salvini non era al meglio. Anzi, era visibilmente provato, l’altra sera, per l’ottantesimo compleanno di Antonio Angelucci. Il Capitano teme ripercussioni se venisse condannato, sia in seno al governo sia in capo alla Lega. Il timore è che qualcuno possa dare inizio al countdown per defenestrarlo dalla guida del Carroccio. Insomma, la magistratura potrebbe azzopparlo. Ma chi c’era l’altra sera a casa Angelucci? C’era un bel po’ del governo di Giorgia Meloni oltre alla Premier arrivata giusto un attimo proprio all’inizio quasi per non farsi vedere, per una “toccata e fuga”. Niente parole scambiate, non si è trattenuta più di tanto. Tutto molto formale.

Compleanno Angelucci, il governo timbra il cartellino

Anche chi è arrivato molto presto non si è accorto della sua presenza. Hanno timbrato il cartellino anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’altro vicepremier e ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Matteo Salvini, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, Maria Elisabetta Alberti Casellati. Presente anche, ça va san dir, il ministro della Salute Orazio Schillaci. Grande assente il ministro della Giustizia Carlo Nordio, qualcuno maligna perché presente anche Matteo Salvini, fresco di richiesta di condanna. C’era anche Paolo Berlusconi, il presidente del Cnel Renato Brunetta e quello della Regione Lazio Francesco Rocca (e come potrebbe essere altrimenti) oltre all’ex Ministro e ora sindaco di Fiumicino Mario Baccini.

Compleanno Angelucci, Renzi unico presente del ‘centrosinistra’

Unico presente in quota centrosinistra Matteo Renzi (meno loquace del solito) oltre all’ex tesoriere PD Ugo Sposetti, ultimo esponente delle tradizioni politiche della prima Repubblica. A proposito: il catering era curato dal genero di Gianni Letta: l’eterno. A proposito: tra i tavoli degli invitati circolavano tante ipotesi sul futuro dell’ex ministro alla cultura Gennaro Sangiuliano. Tipo quella che vedrebbe Belpietro della Verità rilevare l’agenzia di stampa dell’ENI. In un secondo momento, dopo l’acquisizione, subentrerebbero proprio gli Angelucci a rilevare entrambe le testate. E il cerchio si chiuderebbe con l’approdo di Sangiuliano alla direzione dell’Agi.

Toti e lo smacco di Meloni

Colpo di scena nell’inchiesta per corruzione che ha sconvolto la Liguria. Alla fine Giovanni Toti ha trovato l’accordo con la procura per patteggiare due anni e un mese. Adesso la decisione spetterà al gup che dovrà fissare una udienza. La pena che Toti patteggia con la procura verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Nell’accordo tra i pm e l’avvocato Stefano Savi prevista anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena e la confisca di 84.100 euro. I reati patteggiati sono corruzione impropria e finanziamento illecito. Ma cosa ha spinto l’ormai ex governatore a patteggiare anziché andate avanti e far valere fino all’ultimo grado le proprie ragioni? La situazione è precipitata quando ha saputo che Giorgia Meloni aveva scelto Marco Bucci anziché la sua prediletta Ilaria Cavo per la presidenza della Liguria. Decisione non condiviso all’interno del centrodestra soprattutto con lo stesso Toti. Che, non per niente, si dice ora pronto a presentare una propria lista civica per fare eleggere la prediletta Ilaria Cavo.